Rassegna storica del Risorgimento

DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; LIBERALI
anno <1923>   pagina <72>
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Giuseppa Paladino
in corrispondenza con la capitale e le Provincie limitrofe e aspet­tavano il segnale per insorgere. Appena giunto quest'ultimo, avrebbero assalite le prigioni e trucidati alcuni pubblici funzio­nari e si sarebbero appropriati della cassa provinciale e degli archivi] della città. Vari indivìtui vennero arrestati; Pier Silvestro Leopardi, segnalato come uno dei capi, non fu molestato (giu­gno '33). Evidentemente il governo non volle suscitare gravi al­larmi, ciò che sarebbe successo se avesse imprigionato persone assai conosciute. In seguito, su denunzia di persona autorevole della provincia, furono condotti in carcere diversi giovani aqui­lani, studenti, rei di aver letto o trascritto il catechismo della Giovane Malia. Una terza rivelazione di un chierico mise in grado ancora più tardi la polizia di sventare un colpo di mano sul quar­tiere del 4 reggimento di linea Prinùipessa sito nel convento di S. Bernardino in Aquila (4 luglio '33). Lo stesso rivelatore riferì infine che nella notte sul 9 agosto ottocento individui rac­colti nella Marsica armati e provvisti di un cannone, distribuiti in due colonne al comando rispettivamente di Giuseppe Mar­chetti di Barisciano già capitano dei legionari! e Luigi Mascia-relli di Magliano ex-maggiore nello stesso corpo, sarebbero piom­bati per vie diverse su Aquila, dove insieme con cento cittadini e alcuni gendarmi, che si dicevano guadagnati alla causa della rivoluzione, avrebbero aperto le prigioni, liberati i detenuti, ag­gredito col loro aiuto il quartiere, disarmata i soldati, occupato il castello, arrestate le autorità, ira cui il colonnello e il Vescovo, e proclamata la repubblica. Era senza dubbio la rivolta attesa dal Mazzini, quella rivolta che egli, illudendosi sulla gran quantità di forze esistenti ai suoi ordini nel Mezzogiorno, credeva si sarebbe propagata dalle provincie alla capitale, avrebbe varcato la fron­tiera e determinato l'esplosione generale in tutta la penisola dalle Alpi al l'aro (1). Invece di tutto questo non avvenne nulla, perchè l'Intendente fece imprigionare i promotori e i capi della cospirazione, compresi anche quella volta i membri influenti della Congrega provinciale, Pasquale Ferrante, il Bragonetti e il Leo­pardi (1). Verso lo stesso tempo a Napoli furono arrestati il Mauri e Geremia Mazza, il quale ultimo era caduto in so­spetto, oltre che per le relazioni col Mazzini, anche per i rap-
(ft V. la Ietterà al Melegari del 18 agosto '33 Cì*toJario, 420-21). M .AKCH, DI 8?aJ ecc. l'alma, fascio 96.