Rassegna storica del Risorgimento

DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; LIBERALI
anno <1923>   pagina <73>
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porti col teramano Antonio Tripoti, scoperto poco prima emis­sario della nota setta dei Veri MaMam É Giuseppe Romano, altro membro della Congrega napoletana, sapendosi ricercato, si presentò all'Intendente della provincia natìa, il quale lo trat-1 tenne cil mandato di presentarsi ad ogni richiesta dell'auto­rità (2). Gli arrestati di Aquila, tranne- il Dragouetti, liberato subito per ordine del re (al quale, con lettera esistente agli atfciy espresse la propria gratitudine ricordando le benemerenze dei suoi antenati erso i Borboni) e il Leopardi, inviato a Napoli, vennero deferiti alla Commissione Suprema pei rei di Stato, la quale il 17 dicembre emise sentenza di assoluzione per tutti gli imputati, non esclusi il Ferrante, il Masciarelli e il Marchetta. Gli arrestati di Napoli, e con essi il Leopardi, vennero giudicati da una Commissione speciale di recente istituzione, ehe si oc­cupava pure dei processi politici, la quale in via amministrativa, e senza sottoporre il caso all'autorità giudiziaria, propose per tutti l'esilio (15 febbraio '34). E la proposta fu accettata. Il Jo-mano, che non fu neppure chiamato a Napoli, era stato abilitato fin dal novembre '33 (3).
In conclusione, quantunque il governo con la mitezza usata verso gì'indiziati mostrasse chiaro dì non dar molto peso alle accuse e alle denunzie, da cui erano stati colpiti, e quindi di non preoccuparsi gran che della cospirazione a! loro attribuita, pure è innegabile che congiura vi fu e che gli autori si trovavano in rapporti col Mazzini e con altri centri di propaganda rivoluzio­naria esistenti in Italia e all'Estero. Di modo che, anche appor­tando la dovuta riduzione alle forze, che l'apostolo da una parte ! e i suoi seguaci dall'altra vantavano di possedere, rimane ac­certata l'esistenza di un nucleo non numerosissimo, ma notevole, di aderenti alla Gtiovam Italia nelle provineie meridionali. Erano, e su ciò non cade dubbio, elementi della Carboneria passati nel campo mazziniano (l'associazione dell'esule genovese veniva chia-
{}) Ivi, fascio 97.
P) Ivi, fascio 99,
(3) Ivi. fascio 97 e 99. Degno di nota il fatto che, proprio mentre si sco­priva il tentativo .mazziniano di Aquila, Ferdinando II concosse la grazia della vita ai due condannati per la congiura del monaco (Angelo Peluso e -Fran­cesco Paolo Vitale, 11 settembre '33) e a Cesare Rosaroll e Francesco Ange-lotti, il cui supplizio avrebbe dovuto aver luogo il 14 dicembre '33.