Rassegna storica del Risorgimento
DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; LIBERALI
anno
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1923
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pagina
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74
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Giuseppe Paladino
mata Carboneria riformata); non tutti di fede repubblicana, se il Mazzini' sentì il bisogno di ricordare al Bensa, nell'atto che partiva per Napoli, bastare l'accordo sulle basi dell'unità (aggiungeva però non federativa), della indipendenza e della libertà, rimandando la decisione circa la forma di governo a quando l'espressione nazionale avesse il campo di mostrarsi (1); né tutti il che importa anche di più all'oggetto delle nostre ricerche unitali, come l'apostolo voleva e credeva, a torto, che fossero. Il Dragonetti e il Leopardi infatti, che per l'attività posteriore meritano di essere ricordati a preferenza degli altri cospiratori nella storia del pensiero politico meridionale, appaiono subito convertiti alla monarchia e al federalismo, né la loro conversione fu eflfótto immediato degli avvenimenti da noi descritti (2). Del resto all'epoca di cui ci occupiamo l'idea unitaria non era penetrata nelle provincie meridionali e vi rimase estranea per molto tempo ancora. Né mancano ragioni per spiegarlo. Si pensi all'isolamento geografico del Mezzogiorno separato dalla valle Padana mediante una barriera insormontabile vera Muraglia della Tartaria come lo Stato della Chiesa; lontano dalle grandi vie di comunicazione con l'Europa e incapace quindi di sentire subito il soffio di una civiltà superiore. Milano poteva avere interesse di unirsi con Genova e Bologna suoi naturali sbocchi verso il Tirreno e verso il Sud. Ma Napoli! Essa gravitava verso la Sicilia, l'Africa, l'Oriente, la Spagna, dovunque meno che verso il resto d'Italia. L'unificazione della nostra penisola è stata facilitata dalle costruzioni ferroviarie agevoli e relativamente poco costose quando si è trattato di allacciare fra loro le città del Nord: difficili invece e costosissime per unire le medesime coi centri del Sud. Nel Nord l'aspetto del paese col suo grande fiume, che lo percorre al centro in tutta la lunghezza e i numerosi corsi di acqua minori, che defluiscono verso il primo, è tale da facilitare il collegamento della periferia col centro, e quindi l'unione delle varie parti, che lo compongono. Non così nell'Italia meridionale dove il sistema montagnoso, che ne forma l'ossatura, divide anziché unire le terre in essa comprese. L'idea unitaria
(1) Epistolario, I, 96.
(2) È noto ohe il I/EOPAKDI, andato in esìlio, si distaccò sabito dal M., col quale scambiò un vivace carteggio (Narrazioni storiche ecc. Torino, 1856. Epistolario, li, 382-91j IH, 44-48). Dol Dragonetti ho già parlato.