Rassegna storica del Risorgimento
DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; LIBERALI
anno
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1923
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pagina
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80
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Giuseppe Paladino
vennero libertà, costumi, famiglie e quei comuni anco al pre- sente celebratissimi m B continuava compiacendosi che gli anticurialisti napoletani del '700 si fossero mantenuti lontani dagli eccessi deplorati altrove sia a causa della lontananza del Regno dalle Alpi, sia perchè il medesimo era rimasto diviso dall'Italia fin dall'epoca longobardica. Cosa egli concludeva di cui se molti si lamentano, io però trovo in tal divisione di < dominii la cagione prineipalissima del nostro grande incivili- mento, e di avere procacciata tanta gloria in fatto di scienze, di lettere e di arti, che compensa purtroppo quella che ci manca di conquiste e di fastose ruberie (1).
Con questo cenno al pensiero del Nisco, sfuggito a quanti si sono occupati finora di lui, si arresta la paziente ricerca dei seguaci, che trovò il Gioberti nel Mezzogiorno per dar luogo a constatare che, se la tradizione antipapale risalente nel Regno al secolo XvTH distolse molti meridionali dall'aderire al neo-guelfismo (2), non pochi d'altra parte abbracciarono con entusiasmo l'idea del Primato e si sforzarono di divulgarla con gli scritti e di tradurla in atto piò tardi con le opere. Del resto la prova eviclènte, sebbene materiale, del successo si ha nelle molteplici edizioni, che se ne fecero nel Sud fin dal suo primo apparire. È opportuno notare a tal proposito che il governo borbonico non proibì il libro, nò'impedì, come pensava il GiobélM, che si vendesse pubblicamente. H divieto, neppure esplicito, riguardava la ristampa di esso nel territorio del Eegno. Fu perciò che il P. Curci, anch'egli conquistato in principio dall'eloquenza dello scrittore piemontese, ricorse a un tipografo di Benevento, politicamente fuori del Eegno, gesuiticamente dipendente dal Padre Provinciale napoletano, per far ristampare il Primato. Oiò eseguì come racconta d'accordo col ministro Santangelo, che lo assicurò ne -avrebbe permessa la vendita anche nel territorio dello Stato.
(1) N. Nisco, La vita di Angelantonio Scotti. Napoli, 18tò. Nessun cenno dpi libretto trovo nei Bicordi biografici dì N. N. scritti dal figlio ADRIANO. "Napoli. 1902. E forse 1 Stesso so n'era dimenticato quando (1884) scrìve*, la lettera, ohe il NEGRI ha di reconte fatto conoscere. (Ross. sior. del Risorg. IX (1922), pp. 371-72).
(2) mProgmso annunziò lo opere del , tra cui il Frimaio, come colossali, benché declamatorie ed utopistiche per eccellenza >> (XXXn, p. 151). Cfr. anche IOBBETI-MJSSAHI. Carteggio* p. 196.