Rassegna storica del Risorgimento

DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; LIBERALI
anno <1923>   pagina <82>
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Giuseppe Paladino
tutto; questo sì che produceva grande impressione negli animi degli Italiani, non esclusi quelli del Sud. Nel Mezzogiorno poi II linguaggio dell'esule piemontese suonava quasi del tutto nuovo. Nessuno, tranne il Mazzini con lo scarso risultato da noi visto, aveva parlato prima dell'Italia a quelle conti-ade. Quando vi giunse la parola del Gioberti, alcuni ne furono conquistati im­mediatamente, perchè vi ravvisarono il trionfo delle idealità cat­toliche; altri, come il Bozzelli, pur professando una certa ghi­bellina indifferenza per il neo-guelfismo ed il Papato, rimasero indubbiamente scossi dalla forza di convinzione, con cui lo scrit­tore torinese sosteneva la sua opinione (1); ma i più, la mag­gioranza, i giovani, quel pugno di intellettuali, che volle ed ef­fettuò il Eisorgimento nell'Italia meridionale, appresero dal Pri­mato la grandezza della patria comune e le ragioni fatali del suo progresso, impararono quando esse venne alla luce ad amare l'Italia ed a sacrificarsi per lei Non è sènza significato il fatto che nel '48 un ammiratore del Gioberti, il Mancini, promosse le petizioni per l'invio delle truppe in Lombardia; né si dimentichi la parte presa dai volontari napoletani, provenienti quasi tutti dalla borghesia e cresciuti nei seminari o alla scuola dei Gesuiti, alla prima guerra d'indipendenza e alla difesa di Venezia.
Ad accrescere e a valorizzare la diffusione del Primato nel Mezzogiorno contribuì il Congresso degli Scienziati tenuto* a Na­poli nel '45. I meridionali parteciparono in un certo numero ai precedenti svoltisi nelle altre èittà della penisola, e quando a Lucca nel '43 quasi a pieni voti fu scelta la capitale del Begno a sede della Settima riunione, il governo, con qualche cautela, non rifiutò il proprio consenso. Non fu quella una riunione po­litica; ma il convegno di persone ragguardevoli d'ogni parte d'I­talia, strette insieme dal vincolo fortissimo dell'amore per gli studii, non potè non dare come dette un notevole impupo alla trasformazione politica del Sud. Il contatto dei dotti italiani con quelli meridionali, assai apprezzati dai primi, come prova la scelta di Napoli a sede del congresso, proseguì e intensificò quella in-
(1) Solamente cosi sì può spiegarti' !t! ammirazione del Bozzelli per il Pri­mato, affermata da fonte sicura (Gartègtfio, p. 338), qnando si sa ohe egli aspet­tava il risorgimento e l'egemonia italica dall'impero medievale e non dai papi e dalla fazione neo-guelfa. V. >'*, flotieie biografiche à~i patrioti, mss. nella Biblioteca della Soe, DI STOB. Ber*, in NAPOLI,