Rassegna storica del Risorgimento
DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; LIBERALI
anno
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1923
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pagina
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85
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<? antecedenti ideali della rivoluzione del '48 ecc. 85
indipendenza, nazionalità, sovranità popolare e perfetta eguaglianza.
Siamo così giunti alla vigilia del '4 Alla rivoluzione ohe si approssimava i Napoletani portavano in contributo non soltanto, come è stato affermato, le esperienze del '20, cioè un programma costituzionale assai modesto, ma anche una somma di idee nuove, frutto in parte della propaganda mazziniana e in assai maggior parte dell'influsso esercitato dalle opere del Gioberti. La prima corrente sboccò nel partito democratico, che, senza alcuno sforzo e uniformandosi alle direttive del maestro, pose da parte, ai primi del y0f gl'ideali repubblicani ed unitarii, accettando le libertà costituzionali come acconto del futuro. Ma più tardi, in seguito agli avvenimenti strepitosi a cui andò soggetta l'Europa, i democratici, ritenendo che il regime costituzionale non corrispondesse ai bisogni del tempo, reclamarono nuovi provvedimenti e più larghe guarentigie, e cioè l'abolizione della Camera Alta istituita con l'atto sovrano del 29 gennaio, i pieni poteri all'altra Camera per riformare lo Statuto e il suffragio universale;. in una parola la monarchia circondata di istituzioni repubblicane. È noto che tali domande, respinte dal re e riaffacciate al momento della convocazione del Parlamento, furono causa indiretta della rivolta del 15 maggio, dopo della quale i democratici, che non preferirono mettersi al sicuro fuori del Regno, si riversarono nelle Provincie, intraprendendovi un'azione qualche volta, come in Calabria ad opera del Ricciardi, apertamente rivoluzionaria e quindi consona a quella svolta dai mazziniani nel resto della penisola dopo la ritirata di Carlo Alberto dal Mincio. Dalle opere del Gioberti trasse invece ispirazione il partito moderato, che accettò .la costituzione elargita dal re, ma non la considerò come un fatto isolato, bensì come un episodio del risorgimento italiano, che aveva il suo precedente logico nelle riforme concesse da Pio IX, Leopoldo H e Carlo Alberto. Questa concezione, accettata dai governo, trionfò con la proposta della lega avanzata nel marzo '48 e la successiva partenza delle truppe per la valle del Po. Dichiarata la guerra, i moderati respinsero i tentativi democratici per la riforma dello statuto, si sforzarono di scongiurare l'avvenimento del 15 maggio, e, non essendo riusciti a impedirlo, imprecarono al medesimo per le conseguenze e le ripercussioni che avrebbe: avuto nel corso della guerra, e si studiarono di temperarne i tristi effetti con l'invitai- tutti a rientrare