Rassegna storica del Risorgimento
CADORNA RAFFAELE
anno
<
1923
>
pagina
<
95
>
Il generale Raffaele Cadorna illustrato dal ecc. 05
Durante la giornata, Cadorna fu sempre là dove più necessaria era la sua presenza e maggiore il pericolo. L'acume, il sangue freddo, il valore da lui spiegati gli valsero l'ammirazione ed il plauso di cui ricevette le prove più luminose.
Pochi giorni dopo giungeva improvvisa la notizia dell'armistizio.
B generale L. Cadorna conferma quello che già si sapeva; cioè che i gravi inconvenienti della giornata di San Martino derivarono dall'aver frapposta una distanza di qualche ora (3 ore ) tra le ricognizioni e le Divisioni che le seguirono e con quell'acume critico che gli è proprio rileva che l'esperienza di quel giorno a nulla aveva servito, come fu provato nell'accerchia- mento di Peschiera, essendosi mal scelto il punto pel passaggio del Mincio da parte della 5a Divisione; passaggio che avrebbe dovuto farsi invece poco più a sud, alla lunata di Monzambano, meglio favorevole al gittamento di ponti per la traversata di numerose forze .
Inoltre continua L. Cadorna se non si voleva passare il Mincio che il W di luglio, com'era disposto, nulla impediva che il 30 giugno la Divisione fosse fatta avvicinare al fiume in modo da poter sostenere l'avanguardia lanciata in ricognizione a Solionze, ma non mai lasciarla per oltre 24 ore in quella posizione così isolata e arrischiata! . Anzi la condizione era
peggiore a Solionze che a San Martino giacché quei distaccamento in ricognizione non poteva fare assegnamento su appoggio alcuno almeno per cinque ore circa ed aveva un fiume alle spalle .
Quell'avanguardia posta in tanto diffìcile situazione, era comandata dal ten. colonnello E. Cadorna il quale, misurando il grave pericolo, avendo rivolto domanda d'appoggio al generale francese Forey per il caso di attacco nemico, aveva ricevuta questa secca risposta: N'ayant pas oVordres je ne puis vous donner ;quhm appui moral . Il che significa nota il generale con ironia che il Forey avrebbe lasciato schiacciare a tre chilometri di distanza da lui, quella disgraziata ricognizione piuttosto che contravvenire alla manière d'agir plus regulière . E l'iniziativa! e il cameratismo? e il precetto di accorrere al cannone? Ah! conclude il critico quante cose che poi accaddero nel 1870 trovano facile spiegazione in quello spirito che prevaleva allora nell'esercito francese! .