Rassegna storica del Risorgimento

CADORNA RAFFAELE
anno <1923>   pagina <96>
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Carlo Pagani
A giudizio del gen. Cadorna errore pure gravissimo fu nella campagna del 1859, quello di Napoleone. Magenta egli dico -aveva aperta la via di Milano:ei;a dunqueW caso d'i effettore un energico inseguimento degli austriaci puntando col grosso dell'esercito tra Milano e Brescia, costringendoli a una rapida ritirata che ne avrebbe compiuta la disorganizzazione. Invece l'imperatore rimane*È e il 6 giugno indeciso presso Magenta, perde il contatto col nemico anche colla cavalleria e la marcia in avanti procede lenta. L'esercito sardo che formava lo sca­glione più avanzato a sinistra, in vicinanza dei monti, marcia len­tamente pur esso (in media 7 chilometri e mezzo per ogni gior­nata) e soltanto il 21 giugno entra in Lonato . Oosì con­clude il generale gli Austriaci hanno tutto il tempo di rag­giungere il Chiese disponendosi sulla strada diretta di Yerona e di ripiegare dietro il Mincio donde, dopo aver raccolti i rin­forzi inviati dall'interno della monarchia e riordinato l'esercito, sboccheranno per dar battaglia agli alleati sulle colline a sud del lago di Garda, andando così quasi interamente perduto il Frutto di quel pericoloso movimentò aggirante che aveva iniziato così brillantemente la campagna .
Quanto alla battaglia di San Martino, il generale, colle­gando il grave errore a cui fu accennato di frapporre tanto spazio di tempo tra la partenza delle cinque ricognizioni e l'a­vanzata delle Divisioni, colle disposizioni date dal Quartiere Prin­cipale Sardo per raggiungere gli obiettivi dell'azione; trova che una condotta di truppe più disgraziata di questa e più in stri­dente contrasto coli'eroico valore spiegato dalle stesse truppe non si potrebbe immaginare .
Così una guerra cominciata coi più lieti auspici, finiva non portando altro frutto materiale che l'unione della Lombardia al Piemonte. Ne furono grandi [però i frutti morali. La redenzione italiana doveva seguire il suo ìrrovocaWC destino.
Una delle più belle ngcrdella campagna fu il ten. colon­nello Raffaele Cadorna. A San Martino, come si è detto, fu pro­digioso e la sua bella condotta durante la battaglia gli valsela promozione a colonnello per merito di guerra.
Per fortuna dopo Villafranca Toscana, Eomagna, Parma e Modena, decise a rinunziare alla propria autonomia per diventare italiane, capirono due grandi necessità: darsi su­bito un governo costituito mercè il voto di libere assemblee e