Rassegna storica del Risorgimento

CADORNA RAFFAELE
anno <1923>   pagina <102>
immagine non disponibile

102 Carlo Pagani
del Jurlo. Senonchè il 14 il generale Cadorna riceveva l'ordine di non più recarsi a Perugia ormai caduta ma di prendere in­vece una forte posizione sui gioghi dell'Appennino. Gli accam­pamenti si erano già stabiliti tra Scheggia e Gubbio per avere le truppe pronte ad accorrere sui due lati con tutte le forze, quando un ordine improvviso impose al generale di recarsi coi suoi a Galdo Tadino dove i soldati giunsero affranti dagli stenti e dalla fatica.
Lo stato delle truppe era tale che il Comandante fu co­stretto a implorare due giorni di riposo per esse ma dopo un sol giorno egli ripartiva di propria iniziativa e seguito senza un sol lagno dalle sue truppe muoveva per Fabriano giungen­dovi in tempo per appoggiare il 4 Corpo sia in Valle di Esino sia in quella del Potenza e collegarne le operazioni con quelle del 5 Corpo .
Ormai però si era giunti quasi all'epilogo. Nella notte dal 17 al 18 settembre i Pontifici si dispone­vano ad attaccare fl. 4 Corpo ma nella giornata del 18 restai rono irrimediabilmente sconfìtti.
Dopo la vittoria di Oastelfidardo, Oiatoini si accinse a strin­gere con forte blocco la piazza di Ancona; blocco a cui prese parte anche la 13a Divisione. Così il 27 settembre il generale Cadorna ebbe il Comando di tutte le forze destinate a pene­trare in Borgo Pio talché egli diresse le operazioni di approccio a Porta Pia. Gli attacchi furono condotti il giorno 28 sul fare della notte. Alle 8 il Lazzaretto veniva occupato dai nostri a viva forza.
I Pontifici si erano bravamente difesi e Cadorna aveva do­vuto far continuare per tutta la notte fino al mattino del 29 il fuoco dell'artiglieria contro le mura e la batteria di Porta Pia, Tuttavia non era stato possibile praticare la breccia per la di­stanza e la insufficienza dei calibri e neppure tentare un assalto. Il generale aveva allora disposto che fosse collocato un petardo alla porta per dare poi un potente assalto non appena sfondata e tutto era pronto quando giunse notizia che per lo scoppio di una polveriera che aveva seppellito un forte numero -fil soldati, il nemico annunciava la resa.
II generale Luigi Cadorna così giudica pesta campagna di guerra: Il merito principalissimo spetta al Generalissimo Manfredo Fanti, il quale intuì perfettamente la importanza