Rassegna storica del Risorgimento

CADORNA RAFFAELE
anno <1923>   pagina <103>
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ti generale Raffaele Cadorna illustrato dai ecc. 10Ì
strategica dei punti .di Foligno e di Grimo e che mediante il puntar rapido e vigoroso delle due masse su quei due punti riuscì a separare gran parte delle forze nemiche tanto da Boma quanto da Ancona e a batterlo e a prenderlo in gran parte prigioniero in aperta campagna. Egli dette quindi prova di qualità militari vera­mente superiori ed è quindi molto a deplorarsi che la sua morte prematura abbia privato l'Italia di un generale che nel 1866 sa­rebbe stato naturalmente designato a coprire la carica di Capo di Stato Maggiore dell'Esercito e che avrebbe sicuramente im­porto silenzio a quelle rivalità le quali furono senza dubbio la causa precipua dell'esito infelice di quella campagna >.
1866 La guerra del Veneto.
Nel narrare le vicende del 1866, Luigi Cadorna tralascia af­fatto d'intrattenersi sulle trattative diplomatiche che condussero all'alleanza tra l'Italia e la Prussia, e perciò quanto egli scrive concerne quasi esclusivamente la condotta della campagna di guerra.
Premesso che le Provincie Venete per le loro difese natu­rali ed artificiali costituivano la posizione più formidabile che sia possibile immaginare non soltanto per la difensiva ma anche per l'offensiva austriaca, sia per la facilità degli sbocchi in Lom­bardia e nell'Emilia, sia per il possesso dei Distretti Mantovani; il generale dimostra la necessità assoluta che aveva l'Italia d'im­possessarsi di quella regione. E però risale al tempo in cui, stu­diandosi a fondo la questione di un'offensiva nostra nel Veneto, due scuole si contendevano il campo: l'una capitanata da Gialdini a cui giudizio dovevasi mirare a Padova e a Vicenza prendendo a direttrice la grande strada Bologna, Eerrara; inter­cettale, quivi le principali comunicazioni del quadrilatero coli'in­terno della Monarchia attaccando poi o mascherando quello da tergo con parte delle forze e proseguendo colle rimanenti oltre la catena alpina verso Vienna dove si sarebbe data la mano ai Prussiani :?" l'altra rappresentata da La Marmerà il quale, pur riconoscendo tutto il valore del progetto ÓiaMMi ma po­nendone in rilievo le difficoltà, avrebbe voluto riunire tutto i'e-sercito in Lombardia, penetrare tra le fortezze del quadrilatero isolando o mascherandolo eppoi procedere arditamente verso il