Rassegna storica del Risorgimento
CADORNA RAFFAELE
anno
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1923
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pagina
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104
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Carlo Pagani
supremo obiettivo .di Vienna; nella quale ultima parte del programma, questo coincideva con quanto voleva il Oialdini.
Luigi Cadorna, senza negare egli pure i pregi del progetto di Oialdini, esprime franco il pai-ere che fosse preferibile il piano di La Marmora e ne dice le ragioni, concludendo però che, con l'uno o con l'altro, l'essenziale consisteva ndVavavtétwè.colr Vesercito riunito nell'una o nell'altea direzione . Però aggiunge che per ciò fare era necessario più d'ogni attera cosa che la carica di Capo di Stato Maggiore fosse assunta dall'uno o dall'altro dai capi delle due opposte tendenze talché il prescelto potesse condurre a suo talento la guerra senza vincolo di sorta e che tutti volonterosamente gli obbedissero . E anche in questo il valente critico predilige il La Marmora dicendo ih .Oialdini di cui riconosce sempre le alte doti militari più propenso a comandare che ad obbedire, ombroso e di umore instabile; mobile anche di carattere a seconda delle impressioni che man mano riceveva, timoroso delle proprie responsabilità, rifuggente perciò dal supremo comando ma pronto sempre ad opporsi o almeno ad ostacolare chi quelle responsabilità sapeva assumersi e mantenere .
Avuto il rifiuto di Oialdini, il Comando Supremo dell'Esercito fu assunto da La Marmora. Senonchè dice Luigi Cadorna quest'ultimo, sacrificandosi com'era suo costume, ebbe il torto di non assicurarsi di due cose essenziali: la propria libertà d'azione e la incondizionata ubbidienza di Oialdini. Da qui la mancanza di quell'unità di condotta senza la quale anche con un ottimo esercito non si riesce che a sicura rovina .
Per colmo di disgrazia, allo scopo di conciliare le due tendenze, venne, per consiglio del generale Petitti, diviso l'esercito in due masse; una in Lombardia agli ordini del Re; l'altra, che movendo dall'Emilia, doveva varcare il basso Po, alla dipendenza di Oialdini. Si pareggiarono dunque le due Armate onde rendere possibile il concorso di Oialdini nella condotta della guerra. H generale L. Cadorna giudica la rinuncia a tenere l'esercito riunito come un grande errore perchè quanto mai pericoloso. Ben più difficile egli dice doveva essere invadere la regione veneta coli'esercito diviso in due masse di fronte all'esercito austriaco d'operazione che rimaneva libero di gettarsi tutto intero contro una sola delle masse stesse operanti a grande distanza coir ostacolo delle grandi valli veronesi che tra di esse si frapponevano