Rassegna storica del Risorgimento

CADORNA RAFFAELE
anno <1923>   pagina <112>
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iXi Carlo Pagani t
patrìzi del Piemonte sanno sempre accoppiare il sentimento pa­triottico al sentimento religioso che sono e devono essere inse­parabili. Ohe succederà ora! Io sposo che Dio avrà pietà di noi e che dopo averci data la Patria libera ed una, non ci vorrà to­gliere la Beligione e la unità religiosa. Dio ha sempre vegliato sulla Patria nostra; veglierà anche al presente e sempre .
Oltre a questa lettera dell'illustre è santo prelato hav: notevole in questa parte nel libro in esame un'altra lettera an­ch'essa finora inedita che il generale Menabrea scriveva al ge­nerale da Ohainbery nel 1889. Una parte di questa missiva fa pubblicata dal destinatario nella terza edizione (postuma) - 1898 -del libro La liberazione di Boma ma il figlio la pubblica per intero ed è utile che per intero sia conosciuta dal maggior nu­mero possibile di studiosi essendo evidente la grande importanza storica del suo contenuto.
Nella di Lei esposizione preliminare (allude al libro
sopra indicato) Ella ricorda i fatti che precedettero la spedizione e la resero ineluttabile: Si potrebbe rammentare il massimo pe­ricolo incorso per la nostra unità in seguito alla rinuncia del generale Oialdini di formare un ministero e al successivo fatto di Mentana' per cui nei consigli di Napoleone 111 era stato deciso di suddividere VItalia in ;ùm eompartmnenU-: uno del nord com­prendente, oltre il Piemonte la Lombardia e il Veneto, anche la Bomagna e la Toscana; il secondo, Boma col Papa ed il rima­nente degli Stati Pontifici; il terzo, quello del Mezzodì, ricosti­tuendo l'antico Begno di Napoli in favore di un principe della famiglia imperiale. Si prendeva per pretesto che il nostro Be non era forte abbastanza per tenere unite le varie provincie d'Italia .
In quei frangenti il Be Vittorio Emanuele II mi affidava la formazione di-gin ministero il cui primo atto fu un atto di rigore (l'arresto di Siaribaldi in mezzo ai suoi soldati dopo il disastro di Mentana) col quale si mostrò ehe Vittorio Emanuele sapeva comandare e che le: varie provincie intendevano di ri­manere unite; per cui il funesto disegno elaborato a Parigi contro di noi se ne andò in fumo .
Ella ricorda molto a proposito che il conte di Benst, nel 1869, propugnava molto energicamente la occupazione di Boma per parte delle truppe italiane: questa era la condizione di una