Rassegna storica del Risorgimento
LETTERATURA ; SPORT
anno
<
1923
>
pagina
<
120
>
120
Pietro Verrua
essa ad bei versi del Ohiabrera, che in testa vi si leggono, e che qui si riproducono per intero:
Or tosco, gioventude
Che fa di bella pace ai dì soavi?
Godo tazze e vivande?
Condannato consiglio, infamia grande!
Non è vii meraviglia
Dal diletto crearsi il giovamento;
Q ni nei ben si consiglia
Un cor nell'ozio alle bell'opre intento.
Con questa avvertenza ci è dato comprendere come non sia sincero l'Ortolano quando nella chiusa esalta la pace e inveisce contro la guerra: il suo è un espediente per ingannare il censore e ottenerne l' imprimatur :
Ali! non dite ohe l'improba gnerra Dal gran sonno le genti destò: Ella abbatte, distrugge, sotterra Quanto in pace la guerra fondò. Bella pace, che il mondo rallegri Della guerra dall'empio furorj Bella pace che il mondo rintegri Eccitando l'antico valor, À te sacri ora sono gli allegri Inni, figli di gioia e d'amor.
Troppo bugiardamente stride questa chiusa messa a riscontro con i versi del Ohiabrera destinati a dare il motivo fondamentale del carme, e con l'inizio del carme stesso: qual giovamento ha a nascere dal diletto se non il bene della patria? E quali sarebbero le belVopre scaturenti dall'osso se non fosse la preparazione alla lotta per il bene dei proprii concittadini? Lo dice chiaro il principio della cantata , del resto. Sui colli circostanti a Bra, ubertosi, verdi di pampini, e ridenti di grappoli maturi, l'autunno invita al vino, all'amore, alla danza: la
...... gioventù, no' pieni
Nappi tuffato il senso, Ebbra langae, fiacchila
0 gioventude incauta, ah! non sai quanto Breve dura il piacere, onde tu avvampi!