Rassegna storica del Risorgimento
1851 ; SICILIA
anno
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1923
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pagina
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125
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La Sicilia nel 18B1
Debbo alla cortesia dell'illustre amico, comandante E. M. Weil di Parigi, che sinceramente ringrazio, la comunicazione di alcuni brani di carteggio diplomatico del Ministro di Francia a Napoli, il famoso Walewski, e del Maillefer, console della stessa nazione col Ministro degli affari esteri della Repubblica francese sotto la presidenza di Luigi Bonaparte. Mi paiono interessanti in se stessi perchè documentano la politica del presidente, alla vigilia del colpo di Stato e mentre più accanite fervevano le lotte fra repubblicani e reazionari per la revisione della costituzione politica, intenta a rendersi benevoli i governi legittimisti italiani e a controbilanciare l'azione liberale dell'Inghilterra e degli Stati Uniti d'America nella Penisola.
La crociera delle navi francesi al comando del Rigault de Génouilly, accolta da re Ferdinando e dal ministro Fortunato con tanta soddisfazione per rintuzzare le velleità dei mazziniani e impedirne ogni tentativo di sbarco di uomini in Sicilia, fu allora considerata pubblicamente come riuscitissima; e tale potè essere ritenuta dai Governi borbonico e francese, anche contro l'acuto parere del Walewski e la vigilanza britannica.
Senonchè, altre notizie, che basterebbe attingere alle opere del Guardione, del Sansone, del Finocchìaro, per non citarne se non alcune, ci ricordano che sotto la cenere covava il fuoco e che in piena attività erano, proprio in quei giorni, i comitati insurrezionali, tutti in relazione col Gomitato centrale siciliano di Palermo, di cui era anima Giuseppe Vergara; mentre i moderati, quelli che riallacciavansi al partito, che faceva capo ai ministeri della rivoluzione del 1848-49, ed aveva decretato la decadenza di re Bomba e la elezione *a re di Sicilia di Ferdinando di Savoia, duca di Genova, sotto il nome di Alberto