Rassegna storica del Risorgimento
"FIGLIUOLI DELLA GIOVINE ITALIA"; MUSOLINO BENEDETTO JUNIOR ; SE
anno
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1923
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pagina
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853
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Benedetto Mugolino, Luigi Settembrini, eco. 53
IWa, senza riuscire peraltro a dominarne l'intera compagine in moto da metterla in condizione di non nuocere. L'ordine di assicurare alle forze il Settembrini, l'Anastasio, il Musolino e uno dei fratelli di quest'ultimo, ajtquale, di 4cui erasi trovato un foglio bianco a guisa di lettera con la firma e l'indirizzo a B. Sardi in Venezia, fu spiccato contemporaneamente e nella notte sul 9 maggio il Settembrini a Catanzaro e i fratelli Mugolino a Napoli tennero tratti in arresto. Più fortunato l'Anastasio, messo a tempo sull'avviso, riuscì a darsi alla fuga, ciò che suscitò il furore del Ministro verso l'Intendente di Cosenza Giuseppe Parisi, figlio del generale, il capitano della gendarmeria locale e il sergente incaricato di eseguire la cattura. II Settembrini, come si apprende dal rapporto Bell'Intendente, fu condotto direttamente in caserma. La casa di abitazione venne perquisita con diligenza, e di lì a poco il povero professore, scortato dal sergente Failla, che aveva ordine di non far avvicinare nessuno, dovette partire per Napoli. Particolare pietoso: l'Intendente, sapendo di interpretare il volere del governo, desiderava che le spese di viaggio rimanessero a carico dell'arrestato, ma poi, in seguito ad una supplica della moglie, la Fau-citano, che dichiarava di essere assolutamente sprovvista di mezzi, propose che se le addossasse la Polizia, ciò che non fu perchè il Ministero le fece pagare al Settembrini a mezzo di piccole ritenute sugli assegni concessigli durante la prigionia. L'arresto del Settembrini avvenne senza incidenti. Più drammatico riuscì quello dei due Muso]ino affidato all'Ispettore Giovanni Morbilli. Si cominciò dal perquisire la casa di abitazione e si rinvennero due pistole. ÌÈ0 carte non furono toccate per il momento. I due fratelli e il servo Domenico Marramao tennero dichiarati in arresto: quattro studenti calabresi, Giulio Me-daglias Giuseppe 3escl, Domenico Mosca e Ottavio Bilotta, l'amico del veronese Vincenti, che si trovavano in casa, vennero fermati. Mentre la comitiva scendeva per le scale al lume fioco di una lanterna "portata da uno dei gendarmi, fu scorta una carta. Impadronirsene fu per gli agenti l'affare di un attimo. Benedetto Musolino, sebbene ammanettato, tentò di strapparla dalle mani dell' Ispettore* ma non vi riuscì e cadde per terra svenuto. Fa necessario Condurlo in casa. Poco dopo si riprese il triste mimano verso il carcere dì 'R.jSBùxw Apparente. Che cosa conteneva quella carta, che, a giudicare dalla scena acca-