Rassegna storica del Risorgimento
"FIGLIUOLI DELLA GIOVINE ITALIA"; MUSOLINO BENEDETTO JUNIOR ; SE
anno
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1923
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pagina
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856
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886 Giuseppe Paladino
non la fece partire per servirsene come termine di confronto con la lettera presentata dal primo denunziale, ma, sebbene la scrittura fosse perfettamente idtìca, il Settembrini non volte riconoscere per suo il documento che attestava la vera natura della corrispondenza col capo dell'associazione.
Intanto il processo aveva un retroscena diplomatico non privo di interesse.
Il governo pontificio, saputo degli arresti fatti a Capoti, domandò di clie si trattasse. Del Garretto, ritenendo che l'autorizzazione ad affiliare il Ricciardelli, trovata nelle note circostanze, fosse partita, come tutto lasciava credere, da Roma, ne rimise il fac-simile al Ministro degli Esteri: V. E. scrisse si com- piaccia farne l'uso che stimi, non dovendo celarle che non sa- prei indurmi a chiedere al governo pontificio dei chiarimenti, poiché rammenterà V. E. la tenuta corrispondenza nel '34 per le note lettere attribuite a Giuseppe Ricciardi . Evidentemente il ministro di Polizia," che riteneva sufficienti le prove raccolte contro gli accusati, ed era alieno dal comunicale ai governi esteri gli affari del Regno, e che d'altra parte ricordava il precedente rifiuto di fornire le notizie richieste nel caso Ricciardi, non aveva gran desiderio di rivolgersi a Roma e mandò al collega il fac-simile soltanto perchè non trovò nessun pretesto per negarglielo. Da parte sua il principe di Gassaro non volle assumersi la responsabilità di un passo così poco sicuro, e l'indagine sul preteso dittatore, sedente in Roma, che del resto non avrebbe avuto alcun risultato, non fu eseguita. I magistrati trovarono in tale omissione un altro lato vulnerabile del processo (1).
Si era giunti intanto al mese di luglio. La fermezza, con cui i principali accusati negavano di riconoscersi colpevoli, ritardava l'andamento del processo. H 23 di quei mese il farmacista Anastasio, che aveva chiesto il salvacondotto per presentarsi iu carcere, ammise di essere stato in corrispondenza col Settembrini, e Sette giorni dopo, messo a confronto col medesimo, gli ripetette in viso, malgrado l'altro lo negasse, che aveva ricevuto da lui due lettere, in una delle quali gli presentava il Barbuto. 'Botto
(l) eri-, il iuto studio sul Mmo pracm(ttliisajWicMaiMHà in onore di Francesco Torflica .*,