Rassegna storica del Risorgimento
"FIGLIUOLI DELLA GIOVINE ITALIA"; MUSOLINO BENEDETTO JUNIOR ; SE
anno
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1923
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pagina
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860
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wìisùppe Palotétotò
tal compito in pochi giorni (i). Nessun dato di fatto, che non fosse già noto, venne posto in chiaro: l'Escalonne ritrattò quanto arem detto l'ultima volta, confermando che le accuse contro il maestro gli erano state estorte con la violenza. II 29 dello stesso mese di settembre il Procuratore ienerale Nicola De Luca accusò formalmente-5imputati di cospirazione, salvo il Ricciar-delli a cui dette la colpa il non aver; rivelato l'esistenza della setta, pur essendone a conoscenza, jppejpai "fermine per difendersi agli accusati, vennero trasferiti a Castel Capuano. Essendosi lamentati della insalubrità del luogo e della eccessiva restrizione, in cui erano tenuti, ottennero di passare nelle migliori stanze del carcere, di scrivere, tutto ciò che volessero e di ricevere parenti, amici, difensori. Prepararono così le difese.
Benedetto Musolino fu assai abile nel combattere le accuse. Se aveva il grado di Luogotenente Dittatore nell'Italia meridional eccome mai avrebbe potuto rilasciare diplomi pei' le altre parti d'Italia? Tale compito sarebbe spettato al Dittatore supremo. Il ragionamento era persuasivo e fece presa sui giudici, che ignoravano la inesistenza del Dittatore supremo. Inoltre attaccò di falso il verbale dell'arresto e sequestro della nota lettera relativa al Ricciardelli; rilevò talune contradizioni in cui era caduto lo Sciplini; impugnò di insincerità, le perizie grafiche e chimiche, affermando che si era adoperato un reagente diverso da quello indicato dai denunzianti; fece osservare che al suo domestico eransi rinvenute cucite nella fodera della giacca alcune monete d'oro, mentre nulla possedeva all'atto dell'arresto, segno evidente che quel danaro era il prezzo della delazione; insistette sulla confusione fatta in principio dal delatore fra la forma Musolino del suo cognome e l'altra Monaolino per provare su quali incerti dati si fondasse la denunzia: tutto ciò insomma che, vero o non vero, poteva far colpo sull'animo dei giudici non fu da lui trascurato.
Il Settembrini poi imperniò il proprio sistema difensivo nel dipingere a foschi colori quelli che lo accusavano. Per il Barbuto ebbe buon giuoco a farlo dalla circostanza che il vescovo e un altro prelato' dettero sfavorevoli informazioni di ini, e il primo si rifiato di ascoltarlo allorché in tendeva denutóiaìri I buon professore di eloquenza. Intorno all' Intenderite principe dì
(I) Non. tn dunque una BRCffó ifofóbTiu> come protende Q Settembrini;