Rassegna storica del Risorgimento

"FIGLIUOLI DELLA GIOVINE ITALIA"; MUSOLINO BENEDETTO JUNIOR ; SE
anno <1923>   pagina <868>
immagine non disponibile

Giuseppe Paladino
k
I
L'esito del processo, sebbene preveduto, irritò il Del Gar­retto. Esiste agli atti uu rapporto del Prefetto di Polizia, che riferisce le impressioni e i commenti suscitati dalla sentenza nella capitale. Il pubblico lodava la magistratura e biasimava l'operato della Polizia. Il ministro non si chetò; chiese di ur­genza una copia della decisione per presentarla al re. Avutala, vi riunì un suo rapporto e ne parlò al sovrano. Ferdinando di­spose che si esaminasse nel Consiglio dei ministri. Il Del Carretto difese a spada tratta l'opera sua e dei suoi: il processo - diceva -si sarebbe potuto risolvere economicamente senza mandarlo all'autorità giudiziaria. Tratta vasi di una setta nuova e, come tale, rientrava nelle disposizioni del decreto del 1826, che con­sentiva alla Polizia di procedere per proprio conto. Si era pre­ferita invece la via ordinaria, ma la Commissione Suprema (e qui richiamava la lettera del GKrolami) non aveva risposto alle aspettative generali. Da requisitoria elei Procuratore Generale, sebbene concludesse per la condanna degl'imputati, non era fr sparmiata: documento di debolezza e di molleggiamento, ohe rimaner non può inosservato . Così la definì il ministro. La sentenza poi non poggiata sugli elementi esistenti negli atti e contraria alla giustìzia ed alla verità disonorava i magi­strati che l'avevano pronunziata eccetto il GKrolami, il quale al suo solito ha votato coscienziosamente per la condanna di tip imputati (Benedetto Musolìno a morte, Settembrini ed Anastasio al terzo grado di ferri) e V assoluzione degli altri tre . Essa -- soggiungeva il ministro * lungi dal presentare una esposizione finanziaria (sic) ed imparziale dei fatti, che e osti- tuiscono la processura offre * una sottile e studiata difesa degl'imputati , sicché non dispensa da presunzioni non ite nocue . Il Del Carretto riferì al Consiglio il contenuto del rapporto inviatogli dal Prefetto dopo la sentenza; esaltò la sua opera: La forza del governo della M. V. non teme gli attacchi, ma li prevede; non cura, nò punisce i pensieri colpevoli, ma << segue il maltalento con ardore indefesso e il coglie là ove * si crede inosservato. La libertà della legge è il buon dritto dell'uomo retto, la pena della leggaM?egida dì lui ed è la riparazione della società vilipesa o manomessa, il meritato ca-