Rassegna storica del Risorgimento

"FIGLIUOLI DELLA GIOVINE ITALIA"; MUSOLINO BENEDETTO JUNIOR ; SE
anno <1923>   pagina <871>
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Benedetto MmolMo, Luigi Settembrini, ecc. 871
ft'ionamenti, che forse sarebbero stati propri), degli avvocati. Meglio quindi he i processi si compilassero dalla Magistratura. Bel resto jff Concludeva, riferendosi agli accusati se qae-sti signori sono lefcjsatìi, vi capiteranno di nuovo.
La questione esa portata, in virtù dei rilievi fatti dal re, nei suoi veri termini di un conflitto fra le due istituzioni; con­flitto, che è sintomo importante della disorganizzazione esistente nel Regno. Magistratura e Polizia, invece di procedere concordi nella difesa dello stato contro i proprii avversarli (fossero pure poco temibili come i nostri cospiratori), erano rivali, gelose l'ima dell'altra,' si attraversavano il cammino a vicenda e si paraliz­zavano nella rispettiva attività. Bastò nei caso Musolmo che la Polizia cadesse in alcune distrazioni o incongruenze, perchè la Magistratura mandasse gambe all'aria un processo, che, come si è visto, non era campato sul vuoto.
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Dopo a:..sentenza di assoluzione il Rieciardelli chiese ed ot­tenne di tornare al suo paese; Gli altri, assoluti come dice-vasi provvisoriamente, ' rimasero in carcere a disposizione della Polizia, secondo una consuetudine di legge, che rimontava, come tutti gli ordinamenti giudiziarii del Regno, al decennio della dominazione francese (1). Il duca di Montebello, rappre­sentante della Francia, si interessò della sorte di Giacomo Esca-lonne. Benedetto Musolino, il Settembrini e l'Anastasio doman­darono di essere liberati, rievocando la promessa, che si asse­riva fatta al primo di essi, allorché nel marzo era stato ricevuto dal ministro: anche Saverio Bianchi, trattenuto ancora in car­cere, chiese la liberazione; ina inutilmente. Ottennero solamente, dopo molte insistenze, di passare alle prigioni di San Francesco, dove rimasero fino all'ultimo il Settembrini gratuitamente, Mu­solino e Anastasio a pagamento.
É Settembrini rivolse al re una nuova supplica per uscire dal carcere J'8 febbraio 1842, e il Del Garretto la portò alla conferenza, accompagnata da uu rapporto sui fatti precedenti e dal parere che, volendosi esaudire il desiderio dei prigionieri, si prendesse qualche misura contro la Commissione Suprema.
m Dunque non ÉdiMfùiuuuiff , 'fiflifto protoudouo il ftlpsouno, Rivo-fazione, p. XV, e il SIBTTEMBRWI, I, 18*.
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