Rassegna storica del Risorgimento

"FIGLIUOLI DELLA GIOVINE ITALIA"; MUSOLINO BENEDETTO JUNIOR ; SE
anno <1923>   pagina <873>
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Benedetto Musolino, Luigi Settembrini, m 873
lettere di ])ura amicizia, che i due si scambiavano di tanto in tanto come ricordo della fraternità contratta negli anni giova­nili. Il Settembrini vi è nominato col nomignolo di Omar.
Finalmente il 25 ottobre 1843, essendo trascorsi due anni dall'altra sentenza senza che si fossero raccolte nuove prove, la Commissione Suprema dichiarò liberi definitivamente i prigio-niesi, che lasciarono il carcere con l'obbligo di prendere domi­cilio nelle patrie rispettive. Il Settembrini, malgrado le insistenze del ministro degl'Interni Santangelo, che presiedeva pure all'I­struzione, non potò ritornare a Catanzaro e rimase a Napoli con mezzo stipendio. Benedetto Musolino, costretto a restare a Pizzo, espose il desiderio al re, in occasione del viaggio che fece in Calabria nel settembre 1844, e per mezzo di supplica (1. dicem­bre 1845), di tornare nella capitale avendo tenuto condotta ir- reprensibile durante le ultime vicènde, che avevano funestato la Calabria . Si rivolse pure al ministro di Polizia il 27 mag­gio 1846; suo padre supplicò il re ripetutamente a voce e per iscritto; ma soltanto nell'agosto di quell'anno 1846 gli si con­cesse di fissare la dimora a S. Maria Oapua Ye te-re, dove avrebbe potuto esercitare la professione di avvocato. Senonchè, mentre disponevasi a raggiungere quella città, venne improvvisamente arrestato e condotto a Monteleone, dove rimase in carcere per quattro mesi. Fra le carte sequestrategli allora si trovarono la minuta di una lettera diretta dal Musolino a Boberto Peel il 5 gennaio 1846 sulla questione daW Oregon e il manoscritto di un opuscolo sul taglio dell'istmo di Suez, che dimostrano come egli continuasse a rivolgere l'attenzione a problemi di carattere com­merciale e politico, riguardanti il vicino e il lontano Oriente, argomento da lui sempre preferito nell'attività- posteriore di rap­presentante della Nazione (1 ). Tornato dopo la prigionia a Pizzo, fu colpito dalle rivelazioni del sacerdote Pietro Mataechioni, il quale parlò dell'attività da lui spiegata anteriormente nel pro­pagare la setta dei Figliuoli della Giovane Italia, e quindi gli fu tolta la concessione di lasciare la patria e trasferirsi altrove. Il 20 agosto 1847 era ancora a Pizzo ad attendervi giorni migliori Lj
(1) A. S. N., Polizia, Gabinetto, f. 112. tè'É; il conni"biograiloi olio procedono
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