Rassegna storica del Risorgimento
VENEZIA ; CARLO ALBERTO RE DI SARDEGNA
anno
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1923
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pagina
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886
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Varietà ài pagine sparse
polo radunati, parto pagati e parfee no, gridarono: Viva Vunione, viva VItalia! viva Carlo AlbertM
Ecco altra saggia disposizione. Fuori però un forte diverbio tra. alcuni capitani e ufficiali della Civica e alcuni del Ministero, fra' quali il Presidente Manin e l'artiere Tofloli (1) nelle stanze del Palazzo Regio per l'oggetto della fusione col Piemonte. Manin e Toffoli soii pel differire, gli altri per la immediata fusione. Ai 3 luglio si deciderai. La sera del 30 giugno vi fu grande bisbiglio in Piazza S. Marco perchè era stato ordinato non si seppe da chi che la gendarmeria prendesse suo quartiere al Padiglione eh'è dietro il Palazzo, allo stesso Palazzo e alla Gran Guardia e cheìja Civica desse luogo. La Civica si offese assai di tal cosa e furono rimesse le cose nello stato primiero. Ma supponendosi che un tal ordine fosse partito dal Governo e specialmente dal Presidente Manin furonvi varie voci che in Piazza la sera stessa, alle 10 pomeridiane circa, gridarono: Abbasso la Repubblica! Morte al Manin! Viva Carlo Alberto nostro Re! Alcuni furono arrestati ma già, come il solito, saranno subito posti in libertà .
Circa la fusione col Piemonte e la cessazione della forma repubblicana di Governo instaurata il 22 marzo 1848, il Cicogna scrive più oltre: Questo vitale cambiamento di Stato, quantunque provvisorio, successe con tale tranquillità nel popolo e con tali applausi nell'Assemblea che è cosa maravigliosa il dirlo; laddove prima pareva che si odiasse cordialmente quanto sapeva di imperiale e di reale e che solo si volesse libertà repubblicana. Sia che il popolo Veneziano, come altrove si è detto, sia di oÉS timo pasta e capace a volgersi facilmente, sia che sleno state prese misure tali dal Governo e dalla Guardia Civica per impedire qualsiasi tumulto, nulla successe di male.
(1) Del Toffoli il Cicogna stosso narra, più innanzi, il eegtietig4ftiito aneddoto; Un avventore va alla bottega del sarto Totfolt (già Ministro ;ar-tiare della cessata Repubblica), domanda di farsi ori palaie, tìtaw M garzoni dice: permetta i*h* le prenda ita misure. Quel tale risponder no, pefirità: voi non la prendete bone corno il vostro padrone Toffoli ch'o solito prenderniela. JJ padrone non c'è, ripiglia l'altro, e al governo, come sa, cu'è Ministro. Dunque, dice l'avventore, andrò al Governo. Budi bone, conolriuso fjjarsjone, ohe al (xovnw prendono male te mimre. E flffr avvenne nel maggio di questo anno 1848 9.