Rassegna storica del Risorgimento

1820 ; AUSTRIA ; NAPOLI ; FIRENZE ; ROMA
anno <1923>   pagina <898>
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ATTILIO SIMIONI, l'esercito napoletano dalla minorità di Ferdinando alla Repub­blica del 1799. Napoli, Stato. Tip. L. Pietro e figlio, 1923, pp. 86 (Estr. dell' Archivio Storico Napoletano , Nuova Serie, Voi. VI-VII).
Nel periodo della minorità di Ferdinando (1759-1,71) poco fa fatto per l'esercito napoletano, minore di un tewo della pianta fissata. La lunga pace S mollezza dei costumi, triste retaggio della dominazione spaglinola. aye> vano sviato dalla milizia l'opera del Governo e impedito il formarsi di quello spìrito militare, senza del quale ogni esercito non è che un'informe accozza­glia di uomini.
Nel 1765, inspirandosi agli' insegnamenti di Giuseppe Palmieri, s'introdu- covano negli ordinamenti militari del Regno alcune parziali riforme che non ri­mediavano efficacemente al mali esistenti. Solo all'avventò di Giovanni Acton al Governo (1779-1780) si applicavano riforme ardite e radicali e, dato? il pre­dominio della regina Maria Carolina, gli ordinamenti militari venivano a rice­vere un indirizzo prettamente tedesco.. -Hel 1786 si procedeva al primo rinno­vamento della fanteria e si istituiva la Reale Accademia militare che doveva divenire fonte inesauribile <-nfiiciali valorosi e colti, superando immutala tntte-j le crisi della monarchia borbonica. Subito dopo numerosi ufficiali, sopratutta , delle armi speciali, venivano inviati a perfezionare: la loro- cultura tecnica ini Srancia e in Germania e direttori ed istrutta ri stranieri venivano chiamati: a Napoli, perchè, trasformando radicalmente l'esercito, traducessero in atto le conoscenze e le esperienze della, guerra dei Sette Anni e di quella per l'iudi-pendenza degli Stati Uniti d'America. Fra gì* altri, il generale Rodolfo de Salis-Marchlins, svizzero del Cantòn dei prigioni, riceveva l'incaricò difficile di riorganizzare l'esercito napoletano nelle sue tre armi fondamentali.
Ma interessate resistenze, intrighi di corte, errori fondamentali, organica impossibilitò di rinnovamento impedivano ogni seria trasformazione. Cosi, a tempo della prima coalizione contro laJFraneia rivoluzionaria (1791-1796), gravi e difficili venivano! ad essere le condizioni dell'esercito napoletano: nondimeno SÌ prendevano provvedimenti affrettati, quando, nel dicembre 1792, la squa­dra del La Tonello si spiegava dinanzi la rada di Napoli, i mèzzi di difesa erano imponenti Le batterie del Oratore, g!a provviste di 206 cannoni di di­verso calibro, erano state rinforzate con 28 mortai, 4 obici e 179 pezzi d'ar-tiglioriaj l'intera flotta posta in pieno assetto di combattimento; 150 canno­niere e 60 barche coralline armato a difesa del golfo; rinforzato M còrpo do­gli artiglieri litorali e poderosamente munite le batterie di Posilliuo, di M-gliena e di Pietrarznj 15.000 nomini di truppe di linea sul piede di guerra, altri 12 reggimenti di mi tizie provlncMi pronti all'azione.
Ite paure di: Maria Carolina, più oh qualsiasi altro motivo d'ordine intemo, come e noto, rendevano vano tonto apparato di forze militari. Pochi mesi dopo alcuni battaglioni napoletani organizzati dal maresciallo ungherese