Rassegna storica del Risorgimento

FERDINANDO I RE DELLE DUE SICILIE ; MARIA CAROLINA REGINA DI NA
anno <1924>   pagina <56>
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A. Sindoni
i-tento, obbligata, lasciami dormire .che mi moro; di sonno*, ed w j?ijza rispondere mi alzai ed andiedi a vestirmi ed ordinai che quando chiedeva, la colazione li avessero portata quella che; io li avevo prepa­rata consistente in un servizio di porcellana" ,dà -'caffè e cjo.eeMata con due mila OBO dentro, ciò fu eseguito come io aveva ordinato e lei venne a ringraziarmene, dicendo queste parole:: << non puoi credere quanto te ne sono obligata; vogliamo veramente oggi stare aMegramente , Tutto il giorno stiede di buon'umore ed allegra, andassimo la sera all'Opera, e tutti quelli- efee stavano a farci la corte possono, farmi testimonianza con qual maniera !io m :stìe sempre parlandoli e scherzandoci, quando alla fine dell'opera cominciò a fare delle faccie storte,- ed- io' li domandar cos'era, se forse non si sentiva bene. Al che mi rispose:: << - coinè ho da star bene, se sono gravida: ma questa mi basta, che poi per un anno al­meno voglio stare a spasso . A dò io con somma moderatezza risposi che questo lei non lo poteva sapere, ma che Dia era quello che lo po­tava sapere, al che mi rispose:: .et penserò io,f'poiché per un anno al meno, o crepi o schiatti, non voglio wscir .gravida .> V. M. si figura avanti a tanta gente questo discorso guaì' effetto in me potè fare e pure io tacqui, jS lei tornò ad insultarmi dicendomi : ched'è? ti sei pigliato collera? , ed io risposi in voce bassa: << non mi son pigliato collera, ma non sono discorsi questi da farsi in pubììeo m tei! tornio" -ad atta voce a replicare7: . Ti poi pigliar collera quanto voli, che questa triso-Luzione mia è sicura . Finì l'opera ed io esacerbato all'ultimo segno per questi complimenti ricevuti subito mi spogliai, entrai dentro e li diissi che mi mettevo a cenare per" poi mettermi a dormire, al che mi rispose: già lo so. {che- non vii aspettarmi fa. cena perchè stai come una peste di mal umore ; io non risposi niente, e mi sedei per cenare,, ecL es­sendo entrata ì'àSaffà Con uh plaffifio della mia cena, pOW nram-òv ce lo dasse in faeei.i mataiitandola con mille male parole, perchè noni doveva servirmi M tavolai quando lei' jftp ;Jgisàto perchè io non l'a­spettavo, per seenare. iOenai Io: sa conse: MS me ne andiedi a dormiyej dopo un pezzo che io dormivo bene, lei ed in cambio della buona notte comincia a dirmi dhe io sempre stavo reame una peste, efefej era gravida, che per l'amore mio non voleva; ]e che aveva somma ragione di dire quello .afre avente detp aopera: ed; io con una..ca­denza che non so dai love? m'erd venata, U risposi 'elle M É desidc-juva altro che il suo bène, darli tuI i piaceri e non faro nessuna cosa che (potesse disgustarla e che per <efà,/sl gisse quietammo posfe'a te-mire*; elenio loft -dedério altro e- con tutta la buona grazia abbrac* dandola li davo la buona notte, che icari saressuno stati; più quieti. Que-