Rassegna storica del Risorgimento

COLLETTA PIETRO
anno <1924>   pagina <92>
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MnólGoriese
energie; eppure le sue idee non hanno subito un sostanziale cam­biamento, perchè quelle che in lui dominano 6jdo le intuizioni del 1799. Ed allora, forse per un momento, l'amarezza, che gli wfógÉf l'animo nel veder frlstrati i propri sforzi, lo rende scet­tico, ed egli si piega dinanzi al fato che ha rìSte'UvMoj un triste destino alla patria ed a lui. Sì che in carcere scrive nel suo te­stamento: Lascio al mio Aglio ed a' miei nipoti l'esempio di M e- perciò il consiglio di Vjvólje di professione libera e non d-impiego; e ciò insìnova quando i servigi, la virtù, la probità, il merito non bastano a garantire il possesso di una carica pub­blica: ossia finche gli uomini, non gs leggìi,- dispongono della vita civile e morale de' cittadini (!)'* Ma poi l'animo risorge, la fede ritorna, l'uomo riprende il suo posto nella vita, e. séb-j bene lontano dalla patria, si sente sempre più legato ad essa, ed interessato al suo bene. Egli ha la sicurezza lieta di un avvenire per la specie umana men tristo del passato: e che di questo passato sia stato gioco e ludibrio non importa, è legge di natura che altri stentino, altri godano (2) . Ed ai rivoluzio­nari ed ai fawSforw temporis ticti egli dice: Per buona for­tuna della società si è visto chele rivoluzioni non bastano: uopo camminare, a' novatori ed agli assoluti, col passo. della civiltà; il qual passo nel presente secolo è accellerat)" Ed ancora, più solennemente: Si vede in Europa precedere, jbenchè respinGa* la nuova civiltà, e dai lodatori dell'antico se ne fa Èroppo de­bito al governi legittimi, incusandoli timidi o imperiti al maneg­gio degli uomini; mentre quella civU1fpfl'e quercia nella foresta, che non muore dal perdere le- fogpe per asprezza del verno, né dal troncar die? I l'ef' 0: .(!. MW >ÌL fulmine, avendo nella sua natura cagione e necessità di vita e SÉfijé~
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