Rassegna storica del Risorgimento
GUERRIERI GONZAGA CARLO
anno
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1915
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pagina
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2
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2 Prefazione
triota, di filantropo, d' idealista che potesse vantar l'aristocrazia lombarda.
La maschia bellezza de' lineamenti finissimi, da gentiluomo di razza; l'ampia fronte, piena di pensiero, da cui raggiava purissimo l'ardente sentimento liberale e umanitario ; la schietta, vigorosa eloqnenza, sempre pronta ad irrompere con foga giovanile per ogni causa generosa; ricordavano in lui il marchese di Posa di Schiller.
Lo rendevan più degno d'ammirazione e d'affetto l'ingenuo candore del carattere: il nobile disinteresse personale, la modesta ritrosia anzi a mettersi in mostra.1 Ohi non l'avesse conosciuto, non avrebbe forse mai sospettato nel senatore Guerrieri l'ardito combattente della rivoluzione, il valoroso capitano dei bersaglieri dal petto fregiato di più. medaglie, l'esperto parlamentare e pubblicista che aveva esercitato sana e ragguardevole, se non sempre avvertita, influenza sulla vita politica italiana.
Minore d'anni, ma non d'ingegno, né di coltura, né di fervore patriottico al fratello Anselmo, Carlo Guerrieri aveva esordito presto nell'opposizione all'Austria. Mi rammentava ridendo, con l'arguta bonomia tutta Bua, d'avere, quasi adolescente, guardia nobile dell'Imperatore Ferdinando, osato intuonare, nell'anticamera stessa di S. M. alla Bwg di Yienna, l'inno a Pio IX, ond'era allora messa a subbuglio l'intera penisola. Trascinate dal suo esempio, anche le altre guardie nobili del Lombardo-Veneto si diedero a vociare l'inno del Papa liberale: sinché Ferdinando uscì fuori dalla sua stanza, con un'aria comica di vecchio fanciullo spaurito,
i" i veda la finissima auto-critica del proprio carattere, ohe il Guerrieri, e.!- scioltezza mirabile nell'uso dell'idioma francese, faceva nelle lettere a Sofia Hohenemser, capite gentile degli esuli italiani a Ginevra, e futura sua suocera*