Rassegna storica del Risorgimento

GUERRIERI GONZAGA CARLO
anno <1915>   pagina <4>
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la prima volta che il già famoso condottiero d'Ameriea comandava volontari in terra italiana'.
Grandissimo in noi il desiderio li mirarlo in volto, di essere condotti contro il nemico. Di lui, allora ancor giovane e pure di un passato avventuroso, si parlava molto, ma confusamente j e di­versamente se ne giudicava o ragionava anche nella compagnia del Medici, nella quale non erano pochi i giovani,- allora ignoti, che furono poi ciliari nelle arti, nelle lettere, nelle scienze, nella politica. Tra gli altri ricordo i fratelli tndnno, il Dealbertis, il Vi­sconti Venosta, ii Brioschi.
E proprio in quel giorno, e all'ombra ili quelle piante, care alla cittadinanza di Monza, era venuto tra tanta armati Giuseppe Mazzini. A Ini era mosso incontro Giacomo Medici col reverente affetto quasi di figlinolo a padre, esortandolo a ritrarsi, egli debole e disadatto alle armi. Maestro del nuovo verbo italico, già capo di tante congiure e profeta di quelle fortune che ci apparivano pur sempre vicine, malgrado le sciagure patite e le rovine immi­nenti. Ma il Mazzini colla sua piccola carabina inglese volle prender posto tra noi in prima fila. Lo si vide così con quell'arma impu­gnata e stretta al li anco starsi rigido nei ranghi. Sulla gracile e composta persona del Mazzini, vestito del solito suo abito nero* abbottonato, spiccava quel volto pallido, dai tratti fini ma bene scolpiti, con OÈOhi fervidissimi e fronte alta ombreggiata da ca* pegli grigi.
Alla trepidazione di quei momenti la presenza del Mazzini aggiunse un tumulto di pensieri e- idii sentimenti e diede una So­lennità storica, ebe non ho mai scordata.
Hon efia trascorso molto tempo quando dietro di noi s'udì lo scalpitar di cavalli, ed ecco passarci dinanzi a galoppo Garibaldi, seguito da alcuni cavalieri, già suoi compagni in America. Il fiero e dolce aspetto dell'eroe mi balenò agli occhi allora per- la prima volta nella pittoresca e strana foggia del suo vestire. 11 drappello di gente a cavallo della sua scorta pareva avesse portato tra noi nei volti, nelle armi, nelle vesti, nelle bardature dei cavalli, qual­cosa del paese delle Pampas dell'America meridionale, dei costumi, delle commozioni politiche e guerresche di quei popoli. Gfealclij colla sua scorta, era intanto corso a spron battuto dentro Monza, a riconoscervi di persona il nemico, che vi era entrato dalla parte