Rassegna storica del Risorgimento
1849-1851 ; EMIGRAZIONE POLITICA ; SICILIA
anno
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1925
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pagina
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5
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Vemigramene siciliana dai 184.9 al 151
la miseria ed il pianto. Abbracciami tutti, tutti, ed in particolare Mezzacapo, Must; ed Orlandi se trovasi tèep Malta, il 22 maggio 185
Tuo per ogni evento IGNAZIO POMPEIANO
Più calmo, sii mm meno fermo nell'interesse della Sicilia, il Marano espone la propria opinione, che asserisce concordare con quella del Pompeiano .{fuantunque a prima vista possa ritenersi per un autonomista.
Valletta, a giugno 1850, Mio caro Rosolino,
Ho attéso con molta ansietà l'amico, che, secondo tu mi scrivevi, doveva transitare per ìfóàlta. Gli avvenimenti pare vogliano precipite tarsi; ed è di capitale importanza che il nostro partito si trovasse presto alla azione con quella compattezza che forma la potenza de' partiti politici.
Mi son proprio rallegrato a sentire che i nostri amici di costi si siano messi d'accordo con l'esimio (Mazzini)? ma dalla tua stessa lettera Ìèw0' mk. qualche divergenza sia anteéra rimasa. Ho molto desiderio. <t di sapere in quali termini sia stato- stabilito questo accordo. Io, in t mancanza SD ostate osservazioni, che ho lungamente attese, son ìfer- missimo a mantenere i principii formulai dal Pompeiani nella lettera che, mesi ia, v'inviò. A me parie condizione importantissima, special- mente ita- guanto riguarda? Boi Siciliani, di lasciare intatta ad una Co- stitùente: italiana la questione tra il federalismo e l'unità; altrimenti, una scissióne fatale tra' democratici italiani sarà inevitabile. Taluni nostri amMson qui di contrarilo/ awviso(e mostrandosi più intolleranti che lo stesso (MazMàjs vorrebbero ad ogni costo e senza feerva alcuna, mettere innanzi il prmcipìó Wtatfiò. Altri all'opposto vorrebbero accet- tare il principio della nazionalità italiana ralla ,eon.zio.ne che questa nazionalità si 'ìsostkiiissé iti una federazione .meno compatta che l'arrte- ricatta. Eccesso da ambe le parti! La ragione, l'amore della concordia tra- patriòti italiani, il bene della grande patria italiana debbono con- sigliate i buoni a sottoporre di buona fede le loro opinioni ad una ÀsséàxÈèa. q09titueàt! ÀÉ yfji non iséorg -per unificare il partito .democratico iaM-ano: ed ho la ferma convinzione che, allontanandoci I* da essa, cagioneremo, danni gravissimi: alla nostra infortunata, patria.
Tu ed t nostri amici, siete d'accordo con me in questo pensa-c mento? Credete, come io credo, che è di massima urgènza rianno-