Rassegna storica del Risorgimento

1849-1851 ; EMIGRAZIONE POLITICA ; SICILIA
anno <1925>   pagina <33>
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L'emigrazione siciliana dal 1849 al 185 1 33
Le astensioni a Marsiglia, come è agevole immaginare dopo la lettura della lettera del Milo Guggino, erano state molto più: numerose dì quelle di Genova. Fra legatore si riscontrano quelle del Milo Gug­gino stesso, dell'Olivieri, del Pracanica ecc., tutte provocate dal carat­tere non certo facile del Bagnasco. E la votazione non ha se non po­chissimi punti di contatto con quella avvenuta a Genova; e si risolve in un'altra dispersione di voti, tanto per confermarci nell'opinione che, non ostante tutti gli sforzi del Pilo e di pochi altri, la disunione re­gnasse sempre e dappertutto sovrana fra gli esuli siciliani.
Questa disunione traeva la sua origine dalle stesse ragioni, che dividevano i membri del Comitato provvisorio di Genova e tutti, dal Mazzini; e, quindi, indipendentemente dalle particolarità, che nelle di­verse località assumeva per la simpatia o antipatia, con la quale eran considerati i promotori, poteva dirsi generale e diffusa fra tutti gli esuli.
Ne abbiamo un esempio lampante in quel che della riunione di Torino riferisce Francesco Crispi.
Torino, za Xbre 1850. Carissimo Rosolino,
Non ti ho scritto, perchè avrei voluto darti un risposta decisiva per l'incarico da te datomi, come anco per tutt'altro che interessa le cose nostre....
... Ieri sera ci siamo riuniti. Eran tra gli intervenuti i due Amari, Emetico e Paolo, Ondes barone, Natola, Ciaccio Frane, Giliberti, Faiia, Vasta, De Pasquale, quel pover'uomo senza braccio; mancaron Cordava e Cipri. Amari Era., Ondes e Natoli fecero una profes­se sione di principi, cioè che non: intendon dare il mandato che la Si-se cilia potesse fondersi, e conchiusero che, se vuoisi il loro voto, que-<< sto dover consistere nella nomina di un Comitato, il quale nulla potesse decidere e fare in opposizione a tali loro principi. Essendosi impegnata la discussione su questo argomento, ed essendosi da me e risposto come conveniva, in ultimo essi manifestarono esser pronti a concorrere con gli altri; ma non volendo però sagrificare le loro convinzioni e 'indipendenza delle loro opinioni a nissun corpo da cui non possono aver garanzia, pretendono che il Comitato di Parigi debba esser un Comitato centrale, che in ogni centro di emigrazione debba esservi un Comitato speciale e che quel di Parigi nissuna ri- soluzione dovrebbe mandare ad effetto senza richiedere ne* casi i più