Rassegna storica del Risorgimento

1849-1851 ; EMIGRAZIONE POLITICA ; SICILIA
anno <1925>   pagina <44>
immagine non disponibile

44 Eugenio Casanova
Il Friscia, che cominciava a esercitare in Genova* la medicina omeopatica con qualche favore, fu meno espansivo, come colui che do­veva lasciare un'arte e ila piazza ove sicuramente' avrebbe potuto provvedere a sé. Tuttavia, s'inchinò al responso delle urne, e chiese soltanto poche settimane di respiro per -sistemare i suoi affari.
Egli, mente severa e osservatrice, aveva subito riflettuto; fl tempo e la necessità, sommi maestri, costrinsero il Milo Guggino a riflettere. Questi, colla numerosa famiglia sbarcata a Marsiglia, tirava avanti la vita nella più squallida miseria, non bastandogli quel poco che avea tratto dalla Sicilia. Aspirava a trasferirsi a Parigi, in quel gran centro ove tutti allora, :eom:e oggi in America, speravano trovar fortuna. Lo spingeva inoltre il malessere, ch'egli provava, di vivere accanto à una colonia, che egli disprezzava e che non cessava di frustare, come ab­biamo già letto. Ma non gli bastavano i mezzi a quel disegno; e meno che mai gli bastavano in quei primi mesi di sistemazione. Perciò, àl-renftisjismo della prima ora subentrarono i dubbi, le obiezioni, la con­trarietà, e di questi sentimenti e rivolgimenti ni edotto il Pilo, fu edotto il Carini; i quali entrambi lo consigliarono a ponderare bene le sue de­cisioni prima di prenderle. Ma, ormai, assalito e convinto dai dubbi, egli si dimostrò sempre più deciso a rinunziare all'onore fattogli;, in ia--voire dell'esule che maggior numero di voti avesse dopo di lui.
Da quanto precede risulterebbe dunque la spontaneità della rinunzia dì lui; se non che, il ricordo delle di lui avvisaglie contro la brigata marsigliese, capitanata dal Bagnasco e da Antonino Pracanica, contro cui il Milo Guggino insorge nell'ultimo inciso, fa nascere nella mente nostra il sospetto che alla rinunzia per quanto spontanea,, non fossero del tutto estranee altre considerazioni ventilate, nell'anniGf loro così dal Milo Guggino, come dagli esuli di Marsiglia, come pure dal Comitato di Genova.
Un fatto è positivo: quel Milo Guggino, s8he si era a parole e in iscritto avventato con tanto furore .contro.- i suoi compagni di sventura di Marsiglia; quel Milo Guggino, elle si; era astenuó dalla; votazione indetta in quella città, era riuscito eletto dai -voi alièni ed ora poteva sedersi giudice di coloro che aveva infamati. Questi ultimi non potevano certamente dichiararsi fèlfei :é riconoscenti alla sorte. Basterebbe a di­mostrarlo il breve periodo della seguente lettera del Bagnasco.