Rassegna storica del Risorgimento

HOHENEMSER EMMA ; HOHENEMSER SOFIA
anno <1915>   pagina <16>
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Iti Mentori* é trifore
Barnabiti avevano a Monza. Forse Cirio avessi già maggior co­scienza di ciò dio mi avveniva, forse l'esser andato solo più lon­tano da casa e dai miei, io mi sentii nel nnovo Collegio, più che mai abbandonato e come perduto nel labirinto di quel grande edi* JSgiO, dai lunghi corridoi, dai vasta' cani croni, dai cortili chiusi en­tro alte pareti tra tm brulicare di tonache nere, e di ragazzi, e di giovanetti ignoti Me ne risento ancora, quasi di un'ajtìspaac catnra morale.
ISoi Collegiali eravamo suddivisi in squadre o camerate* cor­rispondenti alle sei classi di quel ginnasio : ognuna delle quali di Quindici a venti allievi. Ogni classe aveva il suo dormitorio, la sua sala da studio, ed un'altra per le lezioni. Comune al centi­naio iji collegiali l'aito ed ampio refettorio, dove si desinava 6È cenava tutti insieme, a deschi, o tavole disposte lungo le pareti e ciascuna classe vi aveva il suo posto. Non rammento elio i cibi fossero cattivi, ma ci giungevano freddi, su piatti di peltro, per dir vero disgustosi. Da un pulpito, nel bel mezzo del réietfrerto, uno dei padri leggeva ad aita voce vite di santi e di martiri, delle quali era caso che ci giungesse all'orecchio ben distinto solo periodo. Sebbene ci fosse proibito discorrere, pure 1? insieme lèi rumori diversi, che si sollevava da ciascuna delle molte tavole era tale da sommergere quelle povere vite di santi.
Le domeniche e le maggiori solennità ci raccoglievano alla messa o ad altre funzioni religiose nell'elegante chiesa del Col­legio, tutta parata a festa, con drappi di velluto, dalle frangie d'oro e d'argento, fetta scintillante di ceri ardenti in mezzo a nuvoli d'incenso, e risonante della poe dell'organo, e del coro di quelle dei sacerdoti ed allievi. 0os fin d'allora, ebbi ad accor­germi che natura mi aveva negato il senso della mustea, e già mi mortificò il primato, a pieni voti accordatomi, nello stuonare.
Ma se ottuso il senso musicale, era'fervido in me l'innato senso religioso, al quale soddisfecero, da principio, e quel culto, quei dogmi misteriosi, la storia sacra, i sacramenti e le pratiche, go­vernati gli uni è le altre da un sacerdozio, che dalla più umile. parrocchia invade villaggi, città, regni, e sale incoronato al trono di Koma.
ifonfo ben dirvi, care figliuole, come il mio senso religioso vc-ftisge, a poco a poco, alienandosi da quelle forme, da quelle tra-