Rassegna storica del Risorgimento

1808-1814 ; OMBRONE (DIPARTIMENTO DELL') ; NAPOLEONE I ; TOSCAN
anno <1925>   pagina <91>
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// Dipartimmo dell* Ombrane durante ? impero napoleonico 1
tico; ma era lungi dal pensare che la potenza di colui che la confinava all'estremo limite dell* Europa, H m regno straniero che mai aveva chiesto e desideratoavrebbei É non molto, cacciata anche di là, e costretta a rinchiudersi, dopo varie vicende, in un chiostro di Roma sotto l'accusa di cospirazione (i).
La partenza della Reggente fece sperare ai fiorentini che una nuova epoca fosse per cominciate Aa Toscana. Ma quanto fossero vane le loro speranze, sì gjtde- allorché una loro deputazione, recatasi nel dicembre 1807 a presentare gli omaggi a Mpojieoine a chiedere a lui l'auto­nomia dello Stato toscano, senti rispondersi che i Toscani dovevano far parte del regno d'Italia destinato a comprendere uria nazione di otto milioni di abitanti. Lodevole disegno, della cui mancata esecuzione Na­poleone stesso si ricorderà più tardi con rammarico nella solitudine del­l'isola d'Elba.
Nel nuovo cambiamento di dominio la comunità civica di Siena, come quelle delle altre principali città della Toscana, nominava due de­putazioni : una formata dal marchese Metello Biehi Ruspoli, dal cavalier Emanuele Berlinghieri, provveditore dell' lini versi tà degli studi e dal mer­cante Persio Martelli per recarsi a Milano a presentare l'omaggio della citta e -eteìla' prodn;éia a Napoleone e -a manifestargli la gioia dei senesi d'essere passati sotto il potente e felice suo governo; l'altra, formata da Giulio Bianchi, Michele Niccolini, Pandolfo Spannocchi, Pietro Panni-lini e Francesco d'Elei per andare ad ossequiare il nuovo governatore della Toscana Edoardo Dauchy e a raccomandargli specialmente l'Uni­versità degfp studii, il collegio Toldmei, il seminario di San Giorgio e gli -altri -'istituiti." dà feui la eft3 ritraeva lustro e profitto BJ.
Il generale Dauchy giunse a Firenze nei primi di gennaio del xp8, .e 'nei pochi mesti /eh'egli resse le sorti della Toscana con: una serie di decreti' cercò .di distruggere quanto- rimaneva delle antiche istituzioni e di preparare gli àfrinii al dominio francese. E nella sua enferà di de­molizione egH non ebbe n esitane né riguardi : dalla soppressione del dicastero giurisdizionale istituito da Cosimo I e dalla subordinazione degli eccleaìastSd toscani, afle lèggi ddì'impero e all'autorità 4 WMSr~ ' stro dei culti (dee. 29 febbÉ,); all'abolizione del senato fiorentino (9 marzo), che, oltre ad essere incompatibile col nuovo ordine di1 msm i.che si an-
(r) CARLO TIVARONI, L'Italia durante U dontkiittjlmicese (1789-18*5), To­rino, KOUÌÌ e C, t9;. :Cfr; anche Rodocauaclii E. Elise Napoléon (Meìoechì) en Èfatik: Paris, Floagmarion, 1911, pp- irfee sgg.
,(),chìvio del Comune di Siena, Carte della Maine, V. 35.