Rassegna storica del Risorgimento

1808-1814 ; OMBRONE (DIPARTIMENTO DELL') ; NAPOLEONE I ; TOSCAN
anno <1925>   pagina <96>
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Michele D'Ercole
del Buon Governo Piamonti diresse allora ai vescovi la seguente cir­colare dalla forma contorta e in qualche punto oscura, che porta la data del 25 giugno :
E col più vivo, rammarico dell'animo mio che mi sono pervenuti da ogni lato della Toscana dei rapporti verificati sulle massime che di­versi Parochi ed altri sacerdoti vanno spargendo in contradizione delle operazioni governative;
L'uomo assennato e culto conosce bene che non vi è rapporto alcuno fra i terreni e il dogma della religione cattolica, che il governo professa e protegge; ma la moltitudine che attacca la sostanza della religione, (attenendosi) piuttosto che alla verità, al detto di chi l'ammi­nistra, rifugge dal farne acquisto, mormora contro il governo e chi lo rappresenta e ne provoca l'avversione. Da questo sono infiniti ì mali, che possono derivarne, mali che produrrebbero il turbamento della pub­blica tranquillità e nei loro risultati non potrebbero essere che funesti alla generalità dei cittadini. Di più, senz'assicurarne il prezzo di qneste raccolte non potendo per massima le corporazioni religiose essere in possesso dei beni, la loro sussistenza sarebbe compromessa.
In altri riscontri ho provato con piacere Che le insinuazioni dei vescovi avevano suggerito dei buoni e retti consigli ai pastori di anime, ed è con questa medesima lusinga che mi rivolgo a V. S. IlLma e Rev.ma, pregandola a richiamare i curati della sua diocesi a una più retta interpretazione delle misure del governo su questo proposito, an­che per non esporli a essere riguardati come principali fautori dei mali, che potrebbero risultarne.
Le rinnovo le proteste della più distinta e della più alta consi­derazione .
PIAMONTI.
La circolare del Piamonti lasciò le cose allo stato di prima. A Siena essa fu letta ai curati riuniti nella Pieve di S. Giovanni Battista, ma l'avversione al dominio amcese:;'gntinuò a manifestarsi in mille modi. I monaci., benché lontani dai loro conventi, dirigevano sempre la co­scienza dei loro amici, delle amiche e dei parenti; minacciando la sco­munica a chi entrasse nei monasteri 0 ne comprasse i mobili, incutevano tale terrore negli animi da intralciare seriamente ìè .:pgÌ0MVèicom­missari inviati ai conventi soppressi. Per eseguire molte operatemi che esigevano la mia ingerenza . òMmissario. ? questo convento scriveva Francesco Tarn* al sottoprefetto di Montepulciano mi è con­venuto intercedere per mezzo di questo arciprete pievano l'assoluzione