Rassegna storica del Risorgimento

1808-1814 ; OMBRONE (DIPARTIMENTO DELL') ; NAPOLEONE I ; TOSCAN
anno <1925>   pagina <101>
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Il Dipartimento delVÒmbrom durante Vimpero napoleonico 101
di Montepulciano, Minutelli, riconobbe questa volta che lo scherzo aveva oltrepassato ogni misura e che l'insulto fatto allo stemma imperiale era si grave quc ne meritati point d'x alter imputa (t).
Le diverse manifestazioni dì antigiacobinisrao nei paesi del dipar­timento, per quanto isolate, dovevano certo convincere le autorità che: molto fuoco covava sotto la cenere. Lo spirito pubblico rivoluzionario, come nota il Tani nel suo citato rapporto, era infatti sopito negli animi, ma non mai >sg>:ento, e tutt'altro che favorevole ai francesi si mostrava nei paesi dell'Apennino come a Pitigliano, ritenuto dal sottoprefetto di Grosseto De Re il più cattivo e pericoloso paese del circondario e per la sua vicinanza allo Stato romano e per essere stato, nel 1899, il pri­mo paese a ribellarsi dopo Arezzo. Il ricordo di quella insurrezione era ancora vivo a Monticiano, dove una moltitudine di popolo, nonostante l'opposizione dell'arciprete Bonci Casuccini, ogni sera all'Ave Maria, sotto la guida di Francesco Felicia, Francesco Citerneschi e Giovanni Papi si adunava a cantare litanie alla Madonna, vicino la croce di legno in­nalzata nel 1799 al posto dell'albero della libertà (2).
Questo malcontento nelle sue diverse manifestazioni non poteva certo sfuggire alla Giunta Straordinaria di Firenze, che con lettere e circolari ai prefetti dei dipartimenti li esortava a far sorvegliare gli agitatori del popolo, servendosi dell'opera dei parrochi, dei possidenti e di quelli che avevano una fortuna da perdere. Indagherò col massimo scrupolo scriveva ai prefetti il 27 agosto Anisson Duperon, direttore della polizia i veri autori che volessero rendere rivoltoso un popolo ge­neralmente quieto, tranquillo e subordinato al saggio governo del no­stro augustissimo Sovrano, e al <pàÉ? ,si faceva un paterno servizio al­lontanandolo con rimedi blandi e prudenti dall'interessarsi delle cose pubbliche, che non gli appartenevano .
(r) E non andò infatti impunito, poiché qualche giorno dopo furono atte­stati come presunti aufori Francesco Barbini, Lorenzo Rossetti, Angelo Ferretto, Carlo Rossetti, e Domenico Bucci.
(a) La croce fu fatta poi togliere di notte, con la massima accortezza, dal potestà Malaspina e bruciata nel pretorio (22 giugno). Quando la mattina se­guente il popolo non trovò la croce, fu preso da viva agitazione, giurando che ne avrebbe presto, eretto una nuova. Arch. di St. di S. Rapp. della Polizia, An. i8p.