Rassegna storica del Risorgimento
HOHENEMSER EMMA ; HOHENEMSER SOFIA
anno
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1915
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pagina
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21
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(H Ottrlo Gtierrhri Gowaga 21
La mamma ci aspettava Iti salotto con le figlie. Corso allo brae<aj della .cara manilla, ella mi tenne lungamente stretto al seno, baciandomi, accarezzandomi. piangente Qual consolazione e compiacenza per me rivMeriaj dopo sì lungo tempo, ancor bella e fiorente, splendida poi* grondi ocelli ed elette forme di matronale venustà! (Jamilla, la maggior sorella, somigliante a papà, dagli occhi celesti, dalla rosea carnagione, bionda, più. alta delle sorèlle, la mi sembrò men cambiata di loro. Marianna, Lucrezia, Teresa,- somigliavano alla mamma, e laseujtele fanciulle, me le ve* devo ifenanzi ìOffli donzelle*: icoin-poste a femminile decoro. Ohe betìttidine la mia in famiglia, tra. le domestiche pareti e, osi dolci aeolejpe! Quanto mi; piacque la mia cameretta}: jcrio per ui'e-'SOlOj è desinare, il cenare, lo stare coi mieiX UÌJK delizie non mai prima provate: che conosciuti* nou ie; aveva' E faiieiulletto, andato quasi inconscio in'Collegio, la a quella d< llzìa contrastava la mia ignoranza- del vivere in famiglia ; al gè-nitori, alle sorelle il collegiale itóleseente era per troppo lungo corso 'M 'Stagioni rimasto ignoto. . óp6 mancava la dolce consuetudine della casa paterna : i miei più eairi;, io non jlì conosceva quasi, ed essi mal conoscevano 1' indole mia l'anima che allora appunto s'apriva alla primavera della vita. Un cerbo malessere ne derivava fea noij e non sapevamo perchè; ed io non l'iutesi che molt'anni dopo, sentendo quanto prematura e lunga fosse stata la mia assenza dal tetto natio. Le quali cose rimpiansi poi, sempre più, crescendo d'anni, e d'esperienza; ed anche oggi, che WÌVQ queste memorie, quel rimpianto mi si rinnova nel cuore.
Scrivendo queste pagine dopo ben lungo corso d'anni e di vjr tìssibudini, avendo saggiate le maggiori fortune e le più crudeli amarezze della vifca> rimasto solo della mia famiglia con vo due, dilette figliuole, non so dirti come il ricordo di Padova, la prima città eh' io abitassi nel fervore dell'adolescenza, mi si faccia vivo, presente all'affaticata memoria !
Sojn saprei dirvi da quanti secoli la città alitai d'Antenore sorga in mezzo alla sua verde pianura 6 T?aotino all'orizzonte ì vaghi lineamenti dei colli Euganei. Dulia vasta cinta delle sue mura s'innalzano cupole, campanili, torri medioevali sovra l'intreccio di anguste lunghe contrade, quasi tutte fiancheggiate da portici: bassi, scarsi d'aria e di luce. Qua e là vecchi palazzi con-