Rassegna storica del Risorgimento

1808-1814 ; OMBRONE (DIPARTIMENTO DELL') ; NAPOLEONE I ; TOSCAN
anno <1925>   pagina <106>
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106 Michele D'Ercole
a lei festose accoglienze. Il prefetto Gandolfo, il maire Brancadori e il generale Spannocchi andarono a Castiglioncello a incontrare la Grandu­chessa, la quale il mattino del 14 maggio, fra il suono delle campane e lo sparo delle artiglierie, fece il solenne ingresso in città, affollata per il concorso delle persone dei paesi vicini. Al portone dei Cappuccini tutto ornato a fiori e a festoni erano ad attenderla le autorità e una gran moltitudine di popolo, tra cui diciassette fanciulle vestite di bianco, con grossi mazzi di fiori in cestini dorati. Sulla Porta Camollia era ai-fissa la seguente iscrizione:
Salve o del Grande Imperator Sorella, Echeggia Siena al tuo venir più bella.
Fra lo sventolìo delle bandiere delle Contrade e il suono di lieti concerti, la Semiramide d'Italia fu portata quasi in trionfo sulla sua car­rozza, tirata dai giovani più robusti delle Contrade, sopra una via co­sparsa di fiori. Nei quattro giorni di permanenza passati tra feste e ri­cevimenti Elisa visitò i principali istituti della città, e, prima di partire, dispensò cariche e onorificenze ai cittadini che maggiormente le si erano mostrati zelanti e devoti (1). Essa ritornò a Siena il 21 settembre dello stesso anno, ma l'essere partita il giorno dopo insalutato hospite, come dice il Banditi** éi fa pensare che questa volta non abbia avuto le fe­stose accoglienze della prima, e che il suo breve soggiorno sia passato quasi inosservato alla cittadinanza.
Le feste alla granduchessa Elisa non furono le sole che tennero
Ci) Poesie di occasione non mancarono anche questa volta; ecco, fra le altre, un sonetto:
Diva immortai, gran Diva io ti ravviso
Al vivo lampeggiar dei tuoi begli occhi,
Tu calma rechi, ove rivolgi il viso,
Tu dai vita novella a ciò che tocchi. Bacco per Te sui colmi vasi assiso
Fa che da quei, soave umor trabocchi,
Di spine ornato il erra, sul labbro il riso
Cerere avvien che dolci sguardi scocchi. Su via ghirlande di smaltati fiori
Si abbia la Diva, al ciel vadano a gara
Ed i Sabei profumi e i grati odori. Ma già tuona a sinistra e ih luce chiara
Leggo nel fato: Elisa dovi dimori
Ivi Beneficenza ha tempio ed ara.