Rassegna storica del Risorgimento
1808-1814 ; OMBRONE (DIPARTIMENTO DELL') ; NAPOLEONE I ; TOSCAN
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1925
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124
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cresceva in proporzione del loro numero. Le scorrerie sulle coste della Toscana divenute sempre più frequenti e audaci, e i tentativi di sbarco in diversi punti di essa, contribuirono ad accrescere l'allarme. Verso la metà di novembre gli austriaci fecero uno sbarco a Magnavacca, alle foci del Po, donde si spinsero fino a Ferrara e a Rovigo, ma il pronto accorrere del generale Pino e di Decouchy riuscì ben presto a sloggiarli e a far ritornare le autorità francesi nelle città occupate. Ilio dicembre un altro sbarco di circa 600 avventurieri inglesi era fatto a Viareggio con l'intenzione di occupare Livorno e di avanzare su Ljieca. Il tentativo falli, e respinti dal generale Pouchin celermente accorso da Pisa, gl'inglesi furono costretti a riprendere la via del mare. Ils ont seu-lement rire à leurs frais scriveva Lagarde al maire di Siena *g ont laissé une utile lecon a leurs partisans (1).
Il passaggio di Gioacchino Murat per Firenze e Siena diretto a Napoli fu ultimo raggio di speranza, che brillò negli animi dei partigiani del governo francese. Si credeva da essi che il cognato di Napoleone, com'egli stesso aveva detto à Palazzo Pitti, andasse con tutta fretta nel suo regno a prendere la sua armata di 40.000 uomini per é'efe prire con questa la linea del Po, vero baluardo del mezzogiorno d'Italia e del suo Stato. Il Giornale del dipartimento dell'Amo nel pubblicare la notizia il 2 novembre, aveva aggiunto: Non si può dubitare, secondo ciò che la stessa S. M. ha degnato lasciarsi sfuggire di bocca, che il suo viaggio non abbia per oggetto di concorrere efficacemente a mettere l'Italia al coperto da ogni sorta di attacco e d'invasione . Non così la pensavano altri, che dal contegno di Murat avevano ragione di diffidare di lui. Verso la fine di novembre passarono per Siena le prime colonne dell'esercito napoletano dirette a Bologna, ove dovevano unirsi con quelle che attraverso gli Abruzzi movevano verso la Marca di Ancona. Il prefetto Gandolfo nel comunicare la lieta notizia al maire di Siena, lo pregava di diffonderla fra i suoi amministiati per porre termine a qualunque incertezza, che regnava negli animi sul passaggio di tali milizie. Nello stesso senso aveva scritto Lagarde due giorni prima, ben lontano dall'immaginare le vere intenzioni del re di Napoli, la cui condotta incerta in questa spedizione aveva qualcosa di ambiguo e dì misterioso.
(1) Arch. del Cam. di Siena. V. 316. Lettera del 18 dicembre.