Rassegna storica del Risorgimento

HOHENEMSER EMMA ; HOHENEMSER SOFIA
anno <1915>   pagina <23>
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di Carlo Qwrner-ì Gonzaga 23
Ilari m'erano i oasi della Grecia e di Roma clie quelli delle nuove nazioni civili. Le lettere italiane ei erano state esemplificate in squarci di poeti e di prosatori, dai Moretti di San Francesco fino a Patini, Monti, Manzoni e Leopardi, così come si erano snoce-dati di secolo i!n secolo, ma disgiunti affatto dall'ambiente storico, nel quale avevano pensato, immaginato e scritto. A questa lacuna avevo cercato rimediare consultando le cronache del Villani e i coni­meli alla Divina Comedi* ; le storie del Machiavelli e del Guicciar­dini le vinel Sei pittèti del Vasari e via via nel Botta, nel Colletta, le vicende politiche della nostra Italia. Con maggior lena quando fui allo studio delle leggi proseguii invece quello della storia mo­derna. Anelavo intendere colle più lontane le più recenti ragioni di quel rivolgimento nazionale e liberale che tutti presentivano. Pur non avendo studiato il francese affrontai la lettura nel suo testo originale della storia della Rivoluzione francese di Thiers. A stento e lentamente proseguii quella lettura, ma giunto all'ul­timo volume le maggiori difficoltà dell'intendere esattamente: e rapidamente quel che lèggevo mi accorsi con gioia essere ormai vinte. E così poi lessi la storia della Civiltà moderna del Guizot, che all'intelletto mi fu Salutare nutrimento.
Al racconto dei miei ricordi di studente a Padova aggiungo qui quelli della naia, vita domestica in quegli anni stessi. Le se­rate le passavo tutte in casa quando non si andava a teatro nel nostro palco.
Anima dei serali convegni era la mamma, alla quale facevano corona le mie sorelle, nessuna avvenente quanto lei, dagli splen­didi grandi occhi. La bionda Camilla somigliava, assai al papà, ingegnosa, colta, dal facile e fino discorrere, di modi e sensi squi­sita. Le altre somigliavano più alla mamma pur essendo tra loro assai dissimili. Gli occhi di Marianna ritraevano di quelli della mamma, ma non ne avevano la grandezza ed il fuoco. Singolare per praticità di mente, Marianna sorvegliava l'azienda domestica, e mi par vederla ancora coi suoi mazzi di chiavi alla cintola. Bi-veggo il bel profilo, la fronte pensosa inclinata, il dolce sorriso di Lucrezia; le si riflettevan negli occhi l'ingegno, e l'animo deli­cato. La sua salute andava declinando, ed essa in versi facili e graziosi versava l'anima alta sensibilissima. Le stava amorosa d'intomo la minor sorella Teresa, vispa ed attenta, confortandola delle sue piacevolezze, tutta brio, scherzi, tenerezza e bontà.