Rassegna storica del Risorgimento

PUCCINI NICCOL? ; POERIO ALESSANDRO
anno <1925>   pagina <151>
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Lttkre inedite dì Alessandro Poerio a Niccolò Puccini 151
Avrei sarò che Bista Niccolini rivedesse quei versi ch'io scrissi a tua richiesta perchè potessi giovarmi dei suoi consigli. Ti prego per ciò Cà. far copiai esattamente e di buon carattere essi versi e di man­dare subito la copia a questo comune amico. Egli è già avvisato di ciò.
Addio, caramente ti abbraccia il tuo aflf.mo
ALESSANDRO POERIO
P. S. Questa lettera ti sarà fatta recapitare dal Viesseux, al quale 10 l'accludo, valendomi dell'occasione che partono per Firenze il Cav. Filippo GargaUo e l'amabilissima sua sorella. Se quest'ottima fa­miglia venisse a visitare il tuo Scornio, la raccomando alla tua consueta gentilezza.
8.
Napoli, 12 novembre 1844 (B. 319, N." 191).
Carissimo Niccolò,
Ieri mi giunse la tua del dì 5 corr. mese. Mentre tu mi scrivevi, l'Arno traboccava. Ho letto con vero dolore nei giornali la descrizione della terribile piena.
lo mi proponevo per l'appunto di scriverti per farti sapere che la Sig. Guacci Nobile ha assunto .l'incarico di trattare il Colombo, uno dei subbietti da te dati, Saverio Baldacchini il Canova e mio cognato Imbriani il Belzoni. Il tempo da te assegnato è troppo breve e non po­trò rimetterti i componimenti dentro questo anno, ma fermamente spero di essere in grado di farlo nel corso del Gennaio 18:45.
Bella là sentenza del Giordani che tu trascrivi e già la paura è per se stessa principio di depravazione, e, come la b; m. di mio padre soleva dire, la corrompitrice del mondo. Resta inteso che Bista avrà la bontà di dar le ultime cure ai miei poveri versi.
Sento di giorno in giorno la difficoltà di scrivere jsosa' tollerabile in poesia e forse mi ritrarrò del tutto.; da unferte, alla quale troppo più alto ingegno si richiede che non è il mio. Quei versi furono scritti a tua richiesta e per nessun altro mi sarei indòtte; a trattare un così malagevole' argomento e con essi ho soddisfatto all'amicizia e non già aspirato a lode d'ingegno.
La mia buona madre si va lentamente riavendo sotto una stretta cura che durerà tutto il verno. Io: Sto meglio dej nervi, l'aria saluber­rima di Portici, dove passo il più del mio tempo, avendo fatto cessare quel singhiozzo così diuturno e così molestò.