Istituto per la storia del Risorgimento italiano

Museo Centrale del Risorgimento di Roma

Il Milite ignoto

            
 
 
 
IL MILITE IGNOTO.
 
Il Vittoriano, che era stato ideato come un tributo alla memoria di Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia, soltanto dopo la prima guerra mondiale divenne il luogo prescelto per la tomba del Milite Ignoto, diventando un luogo di culto patriottico nazionale. Il cambiamento si ebbe con la fine del primo conflitto mondiale quando la tragedia della guerra  portò alla volontà di commemorare un “soldato ignoto”, a ricordo degli oltre 600.000  caduti sui campi di battaglia, le cui spoglie erano rimaste insepolte e spesso abbandonate. L’idea di glorificare il Milite Ignoto risale al Colonnello Giulio Douhet, che il 24 agosto 1920 proponeva, sul modello di quanto era avvenuto nelle altre nazioni europee che avevano preso parte al conflitto e dove erano sorti vari “monumenti ai caduti”, di creare anche in Italia un monumento ai soldati morti nel conflitto e rimasti privi di identità. 
Il mito dei caduti, in Italia, trovò la sua espressione più alta nel monumento al Milite Ignoto, che divenne ben presto il simbolo del sacrificio dell’intera collettività e la sintesi suprema di tutti i cimiteri di guerra sparsi lungo le linee del fronte. A suggellare il sacrificio di tanti italiani degli anni del conflitto nel 1919 venne decretata la ricorrenza del 4 novembre come festa nazionale.
 La legge sulla “sepoltura della salma di un soldato ignoto” fu approvata all’unanimità il 4 agosto 1921 e fu stabilito che l’inumazione dovesse avvenire all’interno del complesso monumentale del Vittoriano. Il posto individuato era quello sotto l’edicola della Dea Roma, in asse al Monumento al Re, nel centro dell’Altare della Patria. Al termine delle operazioni di raccolta delle spoglie dei caduti furono selezionate undici salme che vennero trasportate nella Basilica di Aquileia. La scelta della salma che doveva rappresentare il sacrificio di tutti i morti italiani in guerra fu compiuta il 21 ottobre dello stesso anno da una donna di Trieste, Maria Bergamas, il cui figlio aveva disertato l’esercito austriaco per combattere nelle file di quello italiano, cadendo in battaglia senza che il suo corpo venisse mai identificato. Maria Bergamas divenne così una madre simbolica ed esemplare che rievocava in sè il dolore di tutte le madri italiane. 
Il 29 ottobre, dopo un lento viaggio verso la capitale sulla linea ferroviaria Aquileia-Venezia-Bologna-Firenze-Roma ed essere stata accompagnata durante tutto il percorso  da un' ala  imponente di folla commossa, la bara in legno di quercia contenente le spoglie del Milite Ignoto, collocata sull’affusto di un cannone, che era trainato da cavalli addobbati a lutto, e seguita da un corteo di reduci e cittadini fu trasportata dalla Stazione Termini, dopo una cerimonia funebre presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli per via Nazionale e tumulata alla presenza del re Vittorio Emanuele III nel sacello posto sull'Altare della Patria, recante la scritta latina << Ignoto Militi>> .
 
Per saperne di più:
Bruno Tobia, L’Altare della Patria, Bologna, il Mulino, 1998.
Ruggero Ragonese, Monumento, contesto e descrizioni. L’Altare della patria e le guide turistiche, Bologna, Baiesi, 2010.
4 novembre 1921-4 novembre 2011. Il Milite Ignoto da Aquileia a Roma, Roma, Gangemi Editore 2011. 
Emilio Franzina, La storia (quasi vera) del Milite Ignoto, Roma, Donzelli, 2014.  
 
 
 
   
 
 
 
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